Docente bresciano trattenuto in Nepal: «Non ho fatto nulla»

Tiziano Ronchi, partito da Brescia il 31 gennaio per un lungo viaggio che ha toccato anche l'India, doveva fare ritorno in Italia il 6 marzo
DOCENTE TRATTENUTO IN NEPAL
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Era partito dall'Italia il 31 gennaio per un lungo viaggio tra India e Nepal che sarebbe dovuto terminare il 6 marzo. È invece rimasto in Nepal, trattenuto dalle autorità locali, il 27enne bresciano Tiziano Ronchi, docente di Arti visive dell'accademia Santa Giulia in città dove ha la cattedra in Decorazione. 

Ora si trova in ospedale, per patologie pregresse, dopo aver passato alcune ore in carcere. «Sta bene, è provato, ma non ha segni di maltrattamenti» racconta la madre in costante contatto con la Farnesina che sta seguendo la vicenda del nostro connazionale. Ronchi è accusato di aver raccolto dei resti archeologici nell'area di un tempio in Nepal.

«Sono state cambiate cinque o sei volte le accuse» racconta la madre in attesa di avere chiarezza e che vive con comprensibile angoscia la situazione. Per il Consolato italiano in India - in Nepal infatti non è presente - si tratterebbe di un grande fraintendimento in cui è rimasto vittima il bresciano.

Nel momento in cui è stato fermato, Ronchi aveva addosso un coltellino che aveva utilizzato per affrontare alcuni giorni prima - in solitaria - il circuito Annapurna, uno dei percorsi di trekking più affascinati del mondo. Oggi potrebbe essere un giorno decisivo per sbloccare la situazione del docente.

Il console Gianluca Rubagotti ha fatto visita ieri a Tiziano Ronchi all'ospedale di Katmandu, dove è stato condotto dopo il fermo a seguito di una richiesta avanzata dal legale che il consolato ha trovato per lui, trovandolo in discrete condizioni di salute.

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