Disabili e i disagi aumentati con la crisi

Le persone con disabilità affrontano ogni giorno disagi, anche pesanti, per poter vivere da persone libere e con dignità. Da tempo, tuttavia, questi disagi sono notevolmente aggravati da un taglio sui servizi comunali che corrisponde, per il 2012, a quasi 800 mila euro in meno su una spesa storica di 4 milioni 700mila. Il taglio incide sull'assistenza domiciliare, sui servizi diurni e assistenziali. Di questo - e di altro ancora - si è discusso nel forum che il Giornale di Brescia ha promosso per la Giornata internazionale delle persone con disabilità che si celebra lunedì.
Tra i nodi affrontati lla libertà di movimento, garantita da anni anche dall'Accabus ed ora a rischio, perché nell'aria «ci sono pesanti modifiche». Su questo punto, il sindaco ha assicurato che «nessun provvedimento verrà assunto se non dopo averlo concordato con la consulta».
La situazione, tuttavia, rimane difficile. «Nelle casse comunali sono giunti 49milioni di euro in meno, in passato garantiti da A2A, che ci hanno costretto a fare scelte non facili. Il tema della disabilità è ancora più fragile nella sua fragilità, ma non sono stati fatti tagli lineari su questo capitolo di spesa. Il dato vero è che è aumentata la domanda a fronte di risorse limitate» ha detto il sindaco.
C'è un dato: nel novembre 2011 il consiglio comunale, all'unanimità, ha adottato la Convenzione internazionale Onu dei diritti delle persone con disabilità. Questo prevedeva, come da delibera, la «promozione di attività finalizzate a monitorare e attuare politiche sulla disabilità». Domani si celebra l'annuale appuntamento di riflessione e impegno sui diritti delle persone disabili. Il tema dell'edizione 2012 è: «Rimuovere le barriere per creare una società inclusiva e accessibile per tutti». Ad un anno dalla delibera e in coincidenza con la giornata mondiale, le Associazioni di disabili che fanno parte della Consulta comunale per la vita sociale hanno incontrato il sindaco, Adriano Paroli, per chiedere ragione di provvedimenti penalizzanti e, spesso, in contraddizione con i contenuti della Convenzione.
E hanno scelto di farlo nella sede del nostro giornale, durante un forum al quale erano presenti i rappresentanti dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi civili (Franco Buffoli), dell'Ente nazionale sordi (Paolo Girardi), di Diabete Brescia (Pietro Attilii), dell'Alleanza per la salute mentale (Carlo Colosini), dell'Associazione italiana sclerosi multipla (Silvana Beluffi), dell'Associazione italiana assistenza spastici (Teresa Confortini) e di Slow Time (Gloria Gobetto).
Il confronto è partito da alcuni elementi, frutto di un sondaggio interno alle persone disabili e alle loro famiglie. Tra le criticità emerse, quella della partecipazione al costo dei servizi: «Nonostante le sentenze favorevoli che prevedono la definizione del reddito dell'assistito sulla base della sua situazione economica e non di quella dell'intero nucleo famigliare, il Comune non ha ancora provveduto ad applicare tali sentenze - ha detto Gloria Gobetto, portavoce della Consulta -. A questa condizione, che discrimina gravemente le persone, si è aggiunta la politica dei tagli lineari al bilancio del Comune: agendo indiscriminatamente, si è inciso gravemente sui disabili non autosufficienti».
Altro onere, che grava sul Comune è quello della competenza delle spese. «Regione, Provincia e Comune devono rispondere alle esigenze dei cittadini sostenendo le spese di loro competenza - ha aggiunto Gobetto -. Il Comune non deve assumersi l'impegno economico di altri Enti e, anzi, lo invitiamo ad aprire un contenzioso per recuperare i crediti».
Ma sull'ipotesi contenzioso, ad esempio nei confronti della Regione, il sindaco è rimasto prudente: «La carenza di risorse accomuna tutti. Nel 2012, sul fronte dei servizi, abbiamo fatto un vero e proprio miracolo, perché vogliamo mantenere una tradizione che per la nostra città affonda le radici nel passato e che noi abbiamo il dovere di portare avanti. Partiamo dalle risposte date, anche se siamo consapevoli che non sono sufficienti. Ma il nostro timore, per il futuro, è un altro: temiamo che la nobile tradizione del welfare comunale possa essere vanificata da provvedimenti statali che potrebbero imporre costi standard sui servizi. Credo che sia un errore molto grave, perché il lavoro che svolgono i servizi sociali, anche nei confronti della disabilità, non può essere standardizzato, ma valutato tenendo conto di ogni singola situazione. Se spendiamo cinque per garantire una migliore qualità di vita a chi ha bisogno, non è un costo, ma un servizio che garantiamo; e se spendiamo tre volte più di altri, significa che garantiamo servizi migliori, non che sprechiamo risorse».
Anna Della Moretta
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato