Diritti dell'Infanzia: per i lombardi due anni in più di vita

A rischio povertà il 14% in Lombardia. L’Italia è all’ultimo posto in Europa per la quota di giovani che non studiano e non lavorano
BIMBI E DIRITTI, A CHE PUNTO SIAMO?
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A 30 anni dalla Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia si cerca di fare un bilancio sulla condizione dei minori.

E ovviamente qui si parla di disparità: territoriali, di salute mentale, istruzione e sicurezza. I bambini e gli adolescenti che vivono in Italia hanno nuovi bisogni, nuove esigenze e nuove vulnerabilità.

Per il Garante i livelli essenziali delle prestazioni sono quattro: mense scolastiche per tutti i bambini delle scuole dell' infanzia, posti di nido autorizzati per almeno il 33% dei bambini fino a 36 mesi, spazi-gioco inclusivi per i bambini da zero a 14 anni ed una banca dati sulla disabilità dei minori. A seconda di dove nascono e crescono i bambini hanno differenti diritti ed opportunità.

Disuguaglianze da superare non solo a livello globale, dove per esempio si contano ancora 262 milioni di bambini e ragazzi che non vanno a scuola, ma anche in Italia, dove permangono profonde differenze regionali nell’accesso e nella qualità dei servizi resi all’infanzia.

Se ne è parlato anche a Brescia questo sabato in Camera di Commercio, con Paolo Rozera, direttore generale Unicef Italia.

Tra i dati che colpiscono l’aspettativa di vita, che in Lombardia è di due anni superiore alla Campania o i minori a rischio povertà: il 14% in Lombardia contro il 47% della Campania. L’Italia poi è all’ultimo posto in Europa per la quota di neet: i giovani che non studiano e non lavorano. Più del 24% contro una media europea del 12%.

 

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