Detenuto dà fuoco alla cella, quattro agenti intossicati

Lo rende noto il sindacato Fp-Cgil: l'episodio alle 11 a Canton Mombello. Autore un soggetto definito «psichiatrico»
Il carcere di Canton Mombello - © www.giornaledibrescia.it
Il carcere di Canton Mombello - © www.giornaledibrescia.it
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L'Fp-Cgil denuncia «gravi disordini nel carcere di Brescia dove un detenuto ha dato fuoco alla propria cella scatenando fiamme, fumo e panico nell'intera struttura penitenziaria». Il sindacato rappresentativo della Polizia penitenziaria spiega che si tratta di un «soggetto psichiatrico, già noto per pregressi gravi disordini». L'episodio alle 11 di stamani quando all'interno del «Nerio Fischione» sono scattati gli interventi per salvare il detenuto tra le fiamme.

«Sono stati momenti di forte concitazione, tra fiamme, fumo e anche l'ira di altri detenuti che inneggiano contro il soggetto che ha appiccato il fuoco - afferma il coordinatore regionale della Fp Cgil Calogero Lo Presti - Ad avere la peggio sono, come sempre, i poliziotti accorsi in soccorso del carcerato i quali hanno dovuto ricorrere alle cure del Pronto soccorso degli Spedali Civili per intossicazione e traumi agli arti superiori nel tentativo di salvare il detenuto.

«Ormai urgono indifferibili interventi da parte dell'Amministrazione Penitenziaria - osserva il sindacato - al fine di allontanare con immediatezza i soggetti non rispettosi delle regole penitenziarie ma anche nei confronti di tutti quei soggetti psichiatrici che scontano la loro pena all'interno di strutture non idonee, come il «Nerio Fischione», a contenere
questi soggetti». 

Un episodio analogo era avvenuto già la scorsa settimana, sempre al Nereo Fischione, dove le condizioni di lavoro - lamenta il sindacato - sono spesso insostenibili.

«Anche la politica - conclude l'Fp-Cgil - a cui facciamo sempre appello, faccia meno passerelle all'interno delle carceri e più fatti con delle modifiche normative affinché renda le
carceri luoghi di lavoro sicuri per i poliziotti e dove la riabilitazione dei condannati non sia solo sulla carta ma anche nel concreto».

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