Delitto da Frank: i due stranieri avrebbero agito per vendetta

I due presunti assassini sono stati fermati attorno all’ora di pranzo a Casazza, in Val Cavallina, nella Bergamasca
I due fermati
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I due presunti assassini sono stati fermati attorno all’ora di pranzo a Casazza, in Val Cavallina, nella Bergamasca. La Squadra Mobile li ha fermati a poca distanza dalla casa di uno dei due. Non distante c’erano anche lo scooter e il fucile a canne mozze utilizzati per uccidere Frank Seramondi e a sua moglie Giovanna Ferrari.

Cinque giorni dopo i quattro pallettoni che hanno stroncato i coniugi alla Mandolossa gli uomini della Questura hanno messo le manette ai polsi a due trentenni di origine asiatica: un pakistano, prossimo al conseguimento della cittadinanza italiana, e un indiano.

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Si tratta del titolare di un’attività concorrente, e particolarmente vicina a quella dei coniugi freddati martedì mattina, e di un suo stretto conoscente. I due avrebbero agito in conto proprio. Sarebbero i mandanti di loro stessi. E l’avrebbero fatto per vendetta.

Secondo le prime indiscrezioni il primo era stato ed era tutt’ora in affari con il 68enne commerciante bresciano e sua moglie. In particolare da Seramondi aveva acquistato il primo «Dolce e salato» che sorgeva proprio di fronte al negozio di Frank, ma che è fallito pochi mesi dopo la vendita e ora versa in uno stato di degrado e di abbandono evidenti. A Seramondi l'uomo imputava una grossa fregatura, mentre Frank - fino agli ultimi giorni - avrebbe preteso danaro che il suo killer non avrebbe più potuto versare. 

I due sono stati interrogati in Questura. A notte fonda sono stati portati nel carcere di Canton Mombello

I dettagli sul Giornale di Brescia in edicola oggi, lunedì 17 agosto. Qui si può scaricare la versione digitale. 

 

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