Dalla contraffazione alla Cauto, macchine da cucire in dono

La cessione, autorizzata dal Tribunale di Brescia, arriva dopo la sentenza di condanna nei confronti di un gruppo di contraffattori
Una macchina da scrivere professionale (foto archivio)
Una macchina da scrivere professionale (foto archivio)
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Macchine da cucire che erano state utilizzate illecitamente per produrre abiti con marchi contraffatti finiranno ora su «tavoli buoni» di associazioni che le metteranno a disposizione di attività virtuose.

La cessione, autorizzata dal Tribunale di Brescia, arriva dopo una sentenza definitiva di condanna nei confronti di un gruppo di contraffattori. La Guardia di Finanza di Brescia e la Polizia Locale di Brescia avevano infatti condotto un'articolata attività di indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica che riguardava la produzione di oltre 200 mila capi d'abbigliamento e accessori contraffatti, sequestrati e successivamente distrutti.

«A seguito della sentenza definitiva di condanna nei confronti di 13 senegalesi i magistrati bresciani, accogliendo la richiesta del Comando provinciale della GdF di Brescia, hanno disposto la donazione in beneficenza di numerose macchine da cucire di tipo professionale, utilizzate per applicare i marchi e i segni distintivi contraffatti sui capi di abbigliamento. A farsi carico della manutenzione e del ripristino di tali macchinari è stata la Società Cooperativa Sociale Cauto di Brescia, alla quale i beni sono stati affidati nel corso di una breve cerimonia alla presenza del presidente del Tribunale ordinario di Brescia, Vittorio Masìa e del comandante provinciale della Guardia di Finanza di Brescia, colonnello Salvatore Russo.

 

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