Dal primo al più ricercato: ecco i francobolli di Gianluigi

Immensa la collezione dell’ex carabiniere di Rezzato: «Ho il Penny Black e il curioso Gronchi rosa»
Braga colleziona francobolli, cartoline e buste postali - © www.giornaledibrescia.it
Braga colleziona francobolli, cartoline e buste postali - © www.giornaledibrescia.it
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Quella per la filatelia è una passione che parte dalla prima infanzia, quando all’età di cinque anni Gianluigi Braga, perché è di lui che stiamo parlando, andò con un vicino all’Ufficio postale di Rezzato, allora ubicato nel palazzo del municipio.

«Fu amore a prima vista», racconta il carabiniere in pensione, filatelico tra i più importanti e apprezzati d’Italia e non solo. Passione. Nel 1988 l’acquisto della sua prima collezione da un vecchio signore. Poi nel 1992 il primo catalogo. E da lì in poi, passo dopo passo, Braga ha costruito la sua enorme collezione e acquisito una sconfinata esperienza. Il suo studio, un appartamento di 110 mq in quel di Rezzato, è stipato da cima a fondo di francobolli, cartoline postali particolari, cataloghi, quaderni e album. C’è spazio solo per una scrivania e un paio di seggiole. Un vero scrigno di rarità filateliche le cui emissioni risalgono alle occasioni più svariate sia italiane sia mondiali, a partire dal primo francobollo della storia emesso in Gran Bretagna nel 1840.

Errore d’oro. Stiamo parlando del rarissimo «Penny Black» che naturalmente Braga possiede. Non è il solo pezzo raro.

Un altro pezzo importante è il «Gronchi rosa». Questo francobollo è diventato famoso perché ritirato il 6 aprile del 1961, a soli tre giorni dalla sua emissione, a causa di un grave errore. Il valore bollato era stato realizzato in occasione di un viaggio dell’allora Presidente Giovanni Gronchi in Sud America.

I confini del Perù che vi era raffigurato erano però sbagliati, poiché non comprendevano le annessioni di una buona parte del Rio delle Amazzoni avvenute dopo la guerra con l’Ecuador: 79.625 le copie sfuggite al ritiro, che fecero diventare il «Gronchi rosa» ambito dai collezionisti.

Molto raro anche uno dei pochissimi francobolli che raffigura Mussolini con Hitler, come pure una serie su Dante del 1932. Dicevamo non solo francobolli, ma anche cartoline e buste postali, l’altra sua passione.

Rarità. Come la busta che seguiva la valigia diplomatica dell’ambasciata americana, non soggetta alla verifica di censura dell’allora Regno d’Italia, la cui affrancatura era annullata all’arrivo a Washington. O quella datata 1939 spedita con la Lati, la prima compagnia aerea italiana, che portava la posta in tutto il mondo, arrivata ad Haiti priva della fascetta di censura. «A determinare la rarità - spiega Braga - sono variabili, come la durata della validità postale, la tiratura, una distruzione parziale o la data dell’annullo. Accanto a queste, sono anche la centratura dell’immagine, la perfezione dei dentelli, l’integrità della colla». Ormai sono pochi i collezionisti, chi eredita le raccolte se ne sbarazza, mancano le fiere,  ma nulla può spegnere la passione di Braga.

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