Dai giardini di 36 famiglie del Sereno 9 quintali di olive per l'olio Sociale

Prodotto dalle piante del quartiere a sud di Brescia parte del ricavato servirà anche per il fondo Caritas
Olive sulla pianta - Foto tratta da unsplash.com
Olive sulla pianta - Foto tratta da unsplash.com
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Dopo la Doc e la Dop arriva anche la Dos, che sta per Denominazione di Origine Sociale. È quella che è stata inventata per l’«Olio Sereno», prodotto dalle olive raccolte nei giardini di 36 famiglie del Villaggio Sereno, in cui crescono 52 piante di diverse cultivar. Il progetto «Mettiamo insieme… le nostre olive» è del Punto Comunità del quartiere a sud della città, guidato da Giorgio Baitini ed è nato per «evitare uno spreco e creare una piccola ricchezza alimentare. Molti proprietari di alberi di ulivo non raccoglievano i frutti, che pertanto andavano persi - spiega Baitini -. Così abbiamo deciso di contattare le famiglie per chiedere loro se fossero interessate.

Con il tam tam dalle iniziali 20 siamo arrivati a 36 e, ad ottobre, in quattro volontari ci siamo armati di teli, rastrellini e pazienza. Pensavamo di arrivare a cento, centoventi chili di olive e invece ne abbiamo raccolti ben 9 quintali».

Una bottiglia di Olio Sereno 2022 - © www.giornaledibrescia.it
Una bottiglia di Olio Sereno 2022 - © www.giornaledibrescia.it

Dal Villaggio Sereno il prezioso carico è stato portato in due frantoi, a Rodengo Saiano e a Marone per la spremitura a freddo e si sono ricavate diverse decine di litri di extravergine che sono stati consegnati ai proprietari delle piante e ai volontari raccoglitori.

«Olio Sereno» è di Denominazione di origine sociale perché «è l’esempio pratico - prosegue Baitini -, che l’unione fa la forza, che la comunità ha la capacità e le potenzialità per risolvere i problemi, per recuperare ciò che altrimenti sarebbe stato uno spreco, con un linguaggio concreto e buono da mangiare. E per valorizzare i nostri giardini». E non solo. Proprio allo scopo di promuovere la socialità il Punto comunità del Villaggio Sereno ha promosso una «Bruschettata» che si è tenuta sabato nella sede degli Alpini per far assaggiare a tutti l’olio e anche per distribuire - in cambio di un’offerta che almeno copra i costi del frantoio - i litri rimasti dopo la restituzione a proprietari e volontari. Una parte del ricavato servirà anche per il fondo Caritas «Facciamo famiglia». Un olio buono che fa quindi del bene.

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