Dai fumi della Ori Martin il riscaldamento per 2.500 case

Investiti 12 milioni di euro per un progetto innovativo che trasforma il calore generato dall'azienda in una fonte di riscaldamento domestico
Lo stabilimento Ori Martin visto dall'alto
Lo stabilimento Ori Martin visto dall'alto
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Dopo la sperimentazione della scorsa primavera, da ottobre il sistema è pienamente operativo e dalla Ori Martin porta calore in 2.500 case della città. Il principio è semplice: invece di disperdere il calore prodotto dal forno elettrico dell’acciaieria di San Bartolomeo, quei vapori vengono sfruttati per produrre energia termica ed elettrica. Il progetto si chiama i-Recovery, è il primo di questo tipo in Italia ed è il frutto della sinergia tra l'azienda, A2A, Turboden e Tenova.

12 milioni di euro l'investimento, cofinanziato con 2,5 milioni dalla Commissione Europea per l’alto valore tecnologico e ambientale. I fumi del forno elettrico, che raggiungono i 500 gradi e che devono essere raffreddati ed inviati ai filtri per trattenere le polveri dannose per la salute prima di essere liberati nell’aria, con i-Recovery vengono convogliati verso 2.500 abitazioni, inserendosi nella rete di teleriscaldamento di A2A.

Trattandosi di una «fonte» non programmabile, la difficoltà tecnica è stata assegnare all’energia termica della Ori Martin una sorta di via privilegiata, sfruttando la capacità di accumulo della rete. In sostanza si è lavorato sulla rete in modo da poter assorbire quel calore ogni volta che viene generato.  

Va detto che il teleriscaldamento oggi copre circa 175mila appartamenti equivalenti (il dato tiene conto anche di negozi e uffici). L’incidenza del progetto i-Recovery sul totale del fabbisogno è quindi limitata. Ma ha comunque un importante valore ambientale. E in estate, quando i caloriferi sono spenti, il calore dei fumi del forno elettrico verrà sfruttato per produrre energia elettrica.

 

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