Da inizio anno 29 morti sul lavoro: +61% nel Bresciano

I numeri delle morti bianche nella nostra provincia, seconda a livello nazionale. Manifatturiero e comparto edilizio le aree più a rischio
MORTI BIANCHE, ANNO NERO
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Tre croci ogni mese. Ventinove famiglie che non rivedranno la persona amata, morta di lavoro nei primi 10 mesi del 2019. Un anno nero quello sul fronte degli infortuni sul lavoro per il Bresciano, che fa segnare un impressionante +61% del numero di vittime, passate dalle 18 dello stesso periodo dello scorso anno alle 29 censite dall'Inail per il primo scorcio del 2019. 

Tante. Troppe. Al punto da fare di Brescia la seconda provincia per morti bianche nella triste classifica nazionale, seconda solo a Roma, ma davanti a megalopoli del calibro di Napoli, Milano e Torino. Venticinque quelle sopraggiunte a seguito di infortuni sul luogo di lavoro, altre quattro quelle registrate per incidenti avvenuti in itinere, vale a dire lungo il trasferimento da casa al luogo in cui si svolge l'attività lavorativa. Manifatturiero e comparto edilizio vedono il maggior numero di episodi.

E in un tessuto imprenditoriale, di cui piccole e medie imprese sono spina dorsale, come ricorda Bortolo Agliardi, numero uno di Assoartigiani, la cultura della sicurezza torna ad essere un fronte su cui bisogna investire ancora, garantendo a tutti la piena consapevolezza, datori di lavoro e lavoratori. La preoccupazione - manifestata tanto dalle organizzazioni di categoria, quanto dai sindacati e da Anmil, per voce del presidente Roberto Valentini - resta quella per un fenomeno difficile da estirpare, in cui anche i tagli sui costi della sicurezza per accedere con ribassi sulle offerte ad appalti ambiti incide, come ricorda la presidente di Cna Eleonora Rigotti.

E se c'è chi - come Eugenio Massetti, alla guida di Confartigianato - auspica che al rinforzo di una cultura della sicurezza attraverso la formazione si affianchi anche una recrudescenza di pene e sanzioni per chi viola le regole, un altro nodo resta a complicare il quadro: quello del precariato. Lavoratori alle prese con una girandola di impieghi in mestieri differenti per una manciata di giorni, difficilmente possono ottenere una formazione adeguata anche sulle specifiche norme di sicurezza che un tempo garantiva l'apprendistato.

 

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