Da icone a risorse per il territorio: case cantoniere in cerca d’autore

Nella nostra provincia ce ne sono sedici e per molte di loro potrebbe esserci una seconda vita
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CASE CANTONIERE VENDESI
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Sono icone tutte italiane, che col loro colore rosso pompeiano ai bordi delle strade disegnano lo Stivale da Nord a Sud. Sembrano essere lì da sempre - un po' resti archeologici del XX secolo un po' fascinosi e colorati immobili. Le case cantoniere sono come la Vespa, la 500, la Moka. Un simbolo italiano nel mondo.

Nate nel 1830 come alloggi per le famiglie dei manutentori del «cantone» della strada, pari a 3-4 chilometri, oggi le case cantoniere italiane sono ben 1.244. La metà è ancora oggi utilizzata come sede operativa o come magazzino. Le rimanenti sono chiuse e in disuso da anni. Qualcuna è malmessa, ma sempre resiste è quel tipico rosso che spicca tanto nelle periferie quanto nelle zone montane.

Atmosfere d’altri tempi

Anche il Bresciano ne può vantare diverse, capaci di disegnare la provincia e raccontare la storia di un Paese. Riemergono una nella Bassa, una nel Sebino e una in Val Sabbia, due sono incastonate alle porte della città. Ben sei sono lungo la Gardesana occidentale e cinque lungo la Ss42 (del Tonale). Per una singolare casualità tutta italiana, spesso le case cantoniere sorgono nelle zone più suggestive del panorama nostrano: con lo sguardo sulle campagne, tra vecchi binari e vigneti, sul precipizio a ridosso delle montagne.

Così anche nel Bresciano, dove ci si ritrova all'improvviso tra silenzio, semplicità e atmosfere d'altri tempi. Percorrendo la 45bis, ad esempio, a Mazzano si fa il primo incontro con la casa rossa: immersa nel verde, a ridosso di una rotonda, spezza la modernità con la classicità. A Salò, invece, da viale dei Colli svetta una nuova casetta: con vetrate e infissi verdi, affaccia sul lago di Garda e aspetta solo di essere acquistata. Si tratta di una delle 100 case cantoniere messe in vendita dall'Anas per riqualificare vere e proprie icone del Paese.

Risalendo la sponda bresciana del Garda altri quattro gioielli purpurei: quello di Toscolano Maderno, architettonicamente quasi identico alla casa salodiana, e quello di Bogliaco di Gargnano - in una zona particolarmente suggestiva ma abbandonato e vandalizzato. Diverso lo scenario nella seconda casa cantoniera di Gargnano, in vendita e in condizioni decisamente migliori.

L'ultima tappa della risalita è la casa cantoniera di Limone sul Garda: un gioiello immerso nella natura già acquistato dal Comune. Fuori resterà identico, dentro sarà trasformato in un centro servizi sanitari di emergenza e nella sede della Protezione civile.

Ricche di fascino

L'insegna di una casa cantoniera - © www.giornaledibrescia.it
L'insegna di una casa cantoniera - © www.giornaledibrescia.it

Ma anche la Valcamonica offre un suggestivo patrimonio di case cantoniere: Darfo, Breno, Ceto, Edolo e Ponte di Legno. Tutte in vendita e una più suggestiva dell'altra.

La più degradata è allo stesso tempo quella più affascinante: al Passo del Tonale ancora oggi si legge Ss42 del Tonale della Mendola e il rosso riemerge dalla neve che ogni inverno lo imbianca. A Pontevico la casa cantoniera è diventata sede della Polizia Provinciale, a Marone un albergo. Ma non mancano le testimonianze a ridosso della città: a San Zeno, a due passi dall'ex mobilificio Ancilla Scalvini, e a San Polo. Che restino a futura memoria o finiscano in mani di enti o privati, ognuna di esse dovrà mantenere la stessa struttura e quel colore rosso pompeiano, per vivere altri cento anni.

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