Custodi delle Sante Croci da 500 anni: indetto il Giubileo

Venerdì 28 il vescovo celebrerà la cerimonia di apertura dell’anno «di grazia», primo nella storia della Diocesi, che culminerà il 14 settembre
IL GIUBILEO DELLE SANTE CROCI
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Un anno di grazia e di riconciliazione. Questo deve essere per il vescovo Pierantonio Tremolada il Giubileo indetto per celebrare i 500 anni della Compagnia dei custodi delle Sante Croci. È il primo nella storia della nostra Diocesi, del resto c’è da festeggiare mezzo millennio di vita e impegno, perché questo è la Compagnia, diventata nel corso dei secoli essa stessa parte integrante di quell’inestimabile tesoro di arte e devozione di cui si prende amorevolmente cura; centinaia di uomini che si sono susseguiti sempre con lo stesso obiettivo: preservare e tramandare un tesoro che certamente non è soltanto materiale.

Sarà il vescovo Pierantonio Tremolada venerdì 28 febbraio alle 20.30 in cattedrale ad aprire ufficialmente il Giubileo straordinario;la chiusura sarà invece affidata all’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, che presiederà la messa il 14 settembre.

Sarà un anno giubilare ricco di appuntamenti, ieri mattina la presentazione ufficiale in curia. 

«Il tesoro è un bene di tutti i bresciani che da noi viene soltanto preservato - ha spiegato Filippo Picchio Lechi, presidente della Compagnia dei custodi delle Sante Croci -, il Giubileo è l’occasione per soffermarsi a riflettere su questo straordinario patrimonio artistico e di devozione».

Il 9 maggio dell’806 le reliquie dei santi Faustino e Giovita vennero traslate nella chiesa del centro storico che porta il loro nome. Durante il tragitto dalla chiesa che oggi è dedicata a Sant’Angela Merici fecero una sosta accanto a Porta Bruciata. Fu in quel momento che i resti iniziarono a trasudare sangue. Il duca Namo di Baviera, governatore di Brescia, e parte del corteo religioso, di fronte a quel miracolo si convertì al cattolicesimo. Come segno tangibile di questa sua scelta donò all’abate del monastero dei santi Faustino e Giovita una reliquia della Santa Croce, la Croce del Campo e lo stendardo dell’Orifiamma; lui stesso divenne monaco. Il duca Namo aveva ricevuto la preziosa reliquia in dono da Carlo Magno. Verso la fine dell’XI secolo, dopo un tentativo di furto, le Croci furono trasferite nel Duomo vecchio. È l’inizio della storia ultramillenaria che da 500 è nelle mani della Compagnia dei custodi.

Il Giubileo sarà anche l’occasione per ammirare il tesoro delle Sante Croci, possibile normalmente soltanto due volte all’anno: l’ultimo venerdì di Quaresima e il 14 settembre, festa dell’esaltazione della Santa Croce. La Compagnia compie 500 anni, ma il Giubileo non è certo un punto di arrivo, anzi di speranza per guardare il futuro.

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