Croce Rossa: «Gli operatori sanitari non sono un bersaglio»

Quaranta persone con le divise della Cri a terra in corso Zanardelli: il flash mob per dire basta alle aggressioni in corsia e in ambulanza
"NON SONO UN BERSAGLIO"
AA

Quaranta persone, con la tuta rossa o blu della Croce Rossa, si sono sdraiate in terra nel pomeriggio in corso Zanardelli. «Non sono un bersaglio» la scritta sui fogli rivolti in silenzio verso i passanti, per denunciare la violenza contro operatori e strutture sanitarie, sia nei teatri di guerra sia, anche se sembra difficile da credere, sempre di più anche nel nostro Paese e territorio.

Ad organizzare il flash mob è stato il Comitato bresciano della Croce rossa italiana presieduto da Carolina David. «Già nel dicembre 2018 la Croce rossa, in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani, lanciava una campagna in cui denunciava che gli operatori sanitari non sono un bersaglio.

  • Flash mob della Croce Rossa: «I sanitari non sono un bersaglio»
    Flash mob della Croce Rossa: «I sanitari non sono un bersaglio»
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È questo l’appello che ancora oggi si intende ribadire con più forza perché, purtroppo, la situazione in Italia e nel mondo dal 2018 si è paradossalmente aggravata» ha detto David.

Le aggressioni si verificano non solo al Pronto soccorso, nei reparti di degenza, negli ambulatori, ma anche nelle terapie intensive, verso le ambulanze del 118, così come nelle Case di riposo e nei penitenziari. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, dall’8 al 38% degli operatori sanitari durante la loro carriera subiranno violenze fisiche.

La Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari si è celebrata ieri per la prima volta ed è stata istituita dal ministro della Salute Roberto Speranza, di concerto con i ministri dell’Istruzione, Patrizio Bianchi e dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa. 

 

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