Covid, la nuova geografia degli hub: ecco dove si vaccinerà
Il colpo di coda della mastodontica campagna vaccinale di massa, da un lato, e l’incognita sulla prospettiva di una terza dose, dall’altro, ridisegnano la geografia autunnale degli hub vaccinali. I criteri guida che stanno a monte sono almeno tre.
Il primo: con il riavvio delle attività (che si spera non debbano andare incontro a un nuovo stop causato da un’eventuale impennata dei contagi) alcuni spazi, a partire dal Centro Fiera di Brescia fino ai Palazzetti dello sport e le palestre situati nei comuni della provincia, vanno restituiti alla collettività. Senza contare che (e questa è la seconda ragione) il ritmo sostenuto dei mesi che ci siamo appena lasciati alle spalle e la larga adesione alla campagna di immunizzazione riscontrata nel nostro territorio, sta ora fisiologicamente facendo viaggiare i poli a velocità ridotta. Infine, per ottimizzare sì ma anche per non «fare e disfare» nell’arco di una parentesi temporale ridotta, la riorganizzazione dovrà essere «lungimirante»: se infatti la strada della terza dose sarà infine quella da percorrere, i territori dovranno essere pronti a ripartire. E a quel punto, non avrebbe senso (e, soprattutto, non ci sarebbe tempo) per riallestire tutti i mega hub vaccinali attuali. È da qui, da questi tre scenari, che la riprogrammazione logistica ripartirà. Ma siccome l’autunno così lontano non è, e visto che alcune convenzioni sono previste in scadenza alla fine di settembre, il lavoro dietro le quinte è già iniziato. Tra alcuni punti fermi che rappresentano una certezza e alcuni scenari ipotetici che cercano un epilogo nell’arco delle prossime settimane.
Città e hinterland. Partendo dal capoluogo, la prima certezza riguarda il Centro Fiera. Dalla fine di agosto una porzione del maxi hub di via Caprerà sarà smantellata: resterà dunque attivo solo uno spicchio del polo, così da lasciare spazio alle altre attività (a partire dai concorsi e dai test di ammissione). Del resto, la convenzione originaria con Brixia Forum prevedeva la fine dell’attività di vaccinazione già in agosto, ma una proroga ha spostato l’asticella a settembre: alla fine del mese, tra il 25 e il 30, nell’incubatore di via Caprera non si faranno più iniezioni.
Quali le sedi alternative? Al momento l’orientamento sul quale si sta ragionando è di mantenere operativo sia il polo di via Verdi a Sarezzo, sia il centro di via Morelli. Quest’ultimo, tuttavia, non sarà sufficiente per soddisfare le esigenze del capoluogo, specie perché resterà il punto di riferimento per i tamponi. Lo scenario sul tavolo punta ad arruolare spazi nei quali si possono creare sinergie con i privati. Le caratteristiche più rilevanti sarebbero due: la disponibilità di parcheggi e, soprattutto, la presenza di un servizio di vigilanza già attivo, così da garantire sicurezza. Per questo si sta puntando prevalentemente sui centri commerciali: in particolare (al momento si tratta di un’ipotesi di lavoro che ancora deve quindi arrivare alla sua chiave di volta) sarebbe in corso una trattativa con Elnos e con il gruppo Italmark. L’idea guida è di selezionare quattro-cinque luoghi in periferia o nella prima cintura dell’hinterland, dedicando uno dei centri individuati alla sola vaccinazione dei minorenni. Non è al momento deciso se a rimanere operativo sarà anche il Freccia Rossa, sede già utilizzata in questa prima fase della campagna. Se così fosse, dunque, la prospettiva iniziale che prevedeva cinque centri di prossimità in città (uno per macro zona: nord, sud, ovest, est e centro) sarebbe di fatto superata. E a sostituire quella prossimità sarebbero sia le farmacie (l’intenzione della Regione, assessorato al Welfare in primis, sarebbe quella di coinvolgerle maggiormente in questa seconda fase) sia i medici di medicina generale: due attori che, in ogni caso, giocheranno un ruolo da protagonisti in vista dell’eventuale campagna per i richiami.
Quale il destino delle altre sedi? L’Ats della Montagna non ha al momento nuove direttive, mentre sul Garda la situazione è più delineata. In particolare, anche se - specificano dall’Asst - «non abbiamo ancora ricevuto indicazioni sul target di popolazione e sulle modalità di erogazione della terza dose, oltre che sull’apporto che sarà richiesto ad Asst, essendo previsto il coinvolgimento anche dei medici di medicina generale e delle farmacie territoriali». Quel che è certo è che il Palafiera di Gavardo sarà disponibile fino al 25 ottobre, il Palazzetto dello sport di Lonato fino al 31 ottobre, mentre per quello di Castelletto di Leno la convenzione sottoscritta segna il 28 febbraio 2022 come data di scadenza. Al momento - specificano dalla direzione dell’Asst - le prenotazioni delle prime dosi sono previste fino al 12 settembre, quindi «i richiami potranno essere garantiti in tutti gli hub entro le date di chiusura». In Franciacorta non ci sono per ora indicazioni. Spiega il sindaco di Chiari, Massimo Vizzardi: «La convenzione siglata scade a dicembre, ma la campagna è a buon punto, a settembre abbiamo in programma una riunione con l’Asst e ne sapremo di più. Certo sarebbe bello rimettere il centro sportivo di via Santissima Trinità a disposizione delle attività territoriali».
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