Cosa significa Natale?

Un caro amico ha dovuto spiegare alla figlia che il termine «positivo» non ha di per sé un’accezione negativa, scusate il bisticcio, ma che tra i suoi vari significati può indicare qualcosa di buono. Lei, che si sta impadronendo della lingua fuori e dentro la scuola elementare, si è abituata a pensare che più positivi ci sono, più le cose si mettono male.
Crescendo, mi auguro e ci auguriamo tutti, scoprirà tutte le altre accezioni. Le parole cambiano assieme a noi.
Ora se diciamo curva pensiamo ai contagi, il gel serve per le mani e non per il ciuffo (domanda da vecchio: si usa ancora?), le regioni rosse non sono più quelle in cui vinceva sempre il Pci.
A volte vorrei avere anch’io qualcuno che mi spiegasse il significato delle parole, una di queste è Natale. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ne ha fatto una sintesi rivelatrice: «Pensiamo che sarà possibile scambiarci i doni e permettere all’economia di crescere».
A parte la surreale polemica sull’orario della messa, nel discorso pubblico il Natale esiste in relazione agli acquisti che faremo. Mi chiedo se c’è un modo diverso di intenderlo, di raccontarlo e di viverlo. Se qualcuno ha idee in merito, sono bene accette.
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