Cosa accade ai pazienti se il medico va in pensione?

L’Ats può nominare il «provvisorio» se gli assistiti «orfani» sono più di trecento
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Cosa succede quando il medico di famiglia va in pensione? Gli assistiti possono scegliere di farsi curare da un altro medico che abbia ancora posti a disposizione, ovvero che non abbia ancora raggiunto il massimo che è di 1500, aumentabili a 1750 con gli immigrati.

Quando - dopo sei mesi o un anno, dopo l’uscita del bando regionale - assumerà l’incarico il medico titolare, vi è il rischio che in quell’ambito (l’area nella quale lavorano uno o più medici) le persone che ancora non hanno scelto un medico e che, nella fase di attesa, si sono rivolte al supplente, siano poche. Dunque, un numero non «appetibile» e questo, a volte, comporta la rinuncia da parte del titolare ad aprire un ambulatorio in quella zona e, di conseguenza, l’allungarsi dei tempi di assegnazione.

Anche trovare un medico supplente in attesa del titolare non è cosa semplice. L’Ats lo può nominare se gli assistiti sono più di trecento: a Caionvico, per rimanere legati a quanto sta accadendo, sono 626 quelli ancora da assegnare dopo il pensionamento dello storico medico. Se sono meno, non è previsto. La soluzione? È nella facoltà di Ats di chiedere in deroga di aumentare il massimale ai medici di famiglia già convenzionati. Chiedere, non obbligare. «In genere, vi è collaborazione» riferiscono dall’Ats.

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