Coronavirus, tablet in ospedale: il Time racconta di Brescia

In un lungo articolo del settimanale americano anche l'iniziativa promossa dal GdB
Coronavirus, tablet per i pazienti malati: la consegna
Coronavirus, tablet per i pazienti malati: la consegna
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«La forza della gente comune». Il titolo dell’articolo del Time, uno dei più autorevoli e prestigiosi settimanali del mondo, tradotto potrebbe suonare proprio così. E, nei «modi creativi con cui gli italiani si sostengono a vicenda durante il lockdown» viene raccontato anche accolto e rilanciato dal Giornale di Brescia legato alla raccolta e distribuzione di tablet nelle terapie intensive.

Un’iniziativa nata a metà marzo per dare seguito all’appello degli ospedali: solo attraverso un tablet, infatti, sarebbe stato possibile per i pazienti ricoverati poter ristabilire un contatto con i propri cari. Un contatto che, purtroppo, come viene raccontato anche dal giornalista del Time Alessio Perrone, coincide con l’ultimo saluto.

Dentro al coro di storie, raccolte nei centri lombardi colpiti più duramente dal coronavirus, trova spazio anche quella dei fratelli bresciani Paolo e Gabriele Carrera, impegnati in un’associazione di imprese locali e diventati intermediari per la consegna dei tablet donati al Giornale di Brescia.

A nemmeno un mese dall’inizio del loro servizio sono stati consegnati un centinaio di dispositivi. Toccante a loro testimonianza. «La cosa straziante è la disumanità della morte - dice Paolo -. È straziante per le famiglie non poter avere alcun contatto prima di morire. Gli infermieri sono stati testimoni di lancinanti messaggi di addio».

Un’esperienza che gli stessi fratelli hanno vissuto sulla loro pelle con la perdita dello zio, proprio a marzo. «Ci siamo attivati per poter dare il nostro contributo. Le donazioni sono arrivate non solo da Brescia, ma da Milano, Roma e persino dall'estero. Non avevamo idea che ci fossero così tante persone disposte ad aiutare. Siamo stati testimoni di momenti commoventi: famiglie che sono state in grado di parlare con i loro cari per l'ultima volta. In questi tempi così destabilizzanti cerchiamo di dare un senso all’ultimo saluto delle persone».

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