Con gli Amici di Bottonaga rinasce l'antico mulino di via Zara

Dalle «Agapi fraterne» del 1968 istituite dai compagni di scuola all’impegno sul campo per la città
Un momento dei lavori per il recupero del vecchio mulino di via Zara - © www.giornaledibrescia.it
Un momento dei lavori per il recupero del vecchio mulino di via Zara - © www.giornaledibrescia.it
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Da più di cinquant’anni loro ci sono. Nell’accezione più forte dell’espressione «ci sono per gli altri, là dove c’è un bisogno». Di sostegno economico, sì, ma non solo. È più un sostegno umano nello spirito dei valori insegnati dai padri salesiani della scuola San Giovanni Bosco, nell’omonimo quartiere ad ovest della città. Sono gli «Amici di Bottonaga», costituiti in associazione dal 2007, ma attivi da molti molti anni prima.

Una lunga storia

Correva l’anno 1968 per l’esattezza quando, da ex compagni di scuola, avevano inventato le «Agapi fraterne»: momenti di riunione, di convivialità caratterizzati da un forte senso di appartenenza, condivisione, fratellanza e solidarietà, tanto che in ogni occasione d’incontro, raccoglievano in una busta con impressa la scritta «Föra le palanche» quel che potevano donare per aiutare chi in quel momento non se la stava passando bene. E dal 2007, da quando il gruppo di amici si è costituito in associazione e si è dotato di uno statuto, in quella busta ci sono finiti oltre 64mila euro.

Non solo in forma di raccolta fondi per fini specifici, ma anche di iniziative solidali che si sono concretizzate in tessere prepagate consegnate a famiglie in gravi difficoltà economiche, nella consegna di cuscini ignifughi (come nel caso della richiesta arrivata dalla Locanda San Giovanni di Dio dei Fatebenefratelli che ospita senzatetto), nella donazione di generi alimentari per le persone detenute nelle carceri della città (in collaborazione con l’associazione Act Brescia Odv), o - da ultimo - nella consegna di diverse centinaia di mascherine Ffp2 alle realtà attive sul territorio del quartiere come Caritas Don Bosco e Santa Maria in Silva, Associazione genitori separati, San Vincenzo-Maria Ausiliatrice, CasaAperta.

Tradizione

Gli Amici di Bottonaga hanno poi avviato una collaborazione con la parrocchia Don Bosco per il progetto «AiutiAmo la Parrocchia» che si è concretizzata nell’acquisto di doni di Santa Lucia. Anche nei mesi duri della pandemia gli Amici di Bottonaga hanno cercato di aiutare gli altri, mantenendo ben stretti quei legami di amicizia grazie alle nuove tecnologie e ai social, per elaborare campagne di raccolta fondi per sostenere chi con il Covid si è trovato in difficoltà economiche pesanti, in collaborazione con i Servizi sociali Brescia Sud del Comune.

Nel 2021, proprio nell’ottica del mantenere vive le tradizioni del quartiere in cui sono nati, gli Amici - guidati dal presidente Arturo Dallari -, sono riusciti a far ripristinare all’Amministrazione comunale l’antico toponimo di «Bottonaga», che risale addirittura al 1181, con l’intitolazione di una via, che era stata cancellata dallo stradario nel 1933. E sempre nel 2021 gli Amici hanno organizzato insieme ad altre realtà, come il Consiglio di quartiere Don Bosco, tutte le cerimonie di commemorazione dei cento anni dalla nascita di Mario Bettinzoli, partigiano, «Eroe della libertà» che fu fucilato nel 1944 insieme all’amico Giacomo Perlasca.

L’antico mulino

Non è tutto. Durante l’anno che ci siamo lasciati alle spalle con la collaborazione di Brescia Underground gli Amici hanno ripulito dalle erbe infestanti la ruota dell’antico mulino di via Zara, simbolo della stessa associazione. All’interno di un libro scritto da uno degli Amici, Maurizio Zanini (che oggi ricopre la carica di tesoriere dell’associazione), intitolato «Bottonaga non solo una storia di Amici» e pubblicato in occasione del cinquantesimo di fondazione, si può trovare tutta la storia, comprese anche alcune fotografie storiche delle «Agapi», ritratti all’interno dei quali si riconoscono i visi di Tullio Gadola, Gino Bernanrdi o Walter Tedoldi, e poi ancora dell’attuale presidente Dallari, di Buizza, Bastianon o Bettini, tutti personaggi non solo nati e cresciuti nel quartiere Don Bosco ma che avevano anche giocato nella «mitica» Bettinzoli Calcio.

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