Commissione Ecomafie a Brescia: «Chi ha inquinato paghi»

«Brescia è uno dei Siti d'interesse nazionale più complessi e delicati in Italia - osserva Bratti - non solo per la Caffaro»
"CHI INQUINA PAGHI"
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«Sulle aree Caffaro e Selca di Brescia c'è il massimo impegno della commissione». Così il presidente della commissione Ecomafie Alessandro Bratti che ha terminato la missione a Brescia, programmata nell'ambito dell'approfondimento sulle bonifiche e sullo stato dei Siti d'interesse nazionale (Sin).

«Brescia è uno dei Siti d'interesse nazionale più complessi e delicati in Italia - osserva Bratti - non solo per il
complesso industriale della Caffaro, ma anche per tante altre problematiche che abbiamo potuto approfondire. Ci sono una serie di indagini di rilievo all'attenzione della Procura e c'è una situazione molto preoccupante di inquinamento che riguarda non solo Brescia anche i comuni limitrofi, che va assolutamente affrontata, per favorire il risanamento ambientale. Questo un impegno prioritario per la commissione».

La commissione ha analizzato anche il sito della ex Selca, oggetto di alcune inchieste della Procura di Brescia. Secondo Bratti «il tema centrale è far in modo che chi ha inquinato effettivamente paghi e abbiamo appreso
che per l'ex Selca il costo per la bonifica è disponibile nel budget del curatore fallimentare, anche se non è disposto a spenderli».

Sulla questione Caffaro - l'ex polo chimico di Brescia - «ricordiamo che l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ha realizzato uno studio che stima in 3,5 miliardi di euro il danno ambientale». Il sindaco di Brescia, dopo aver elencato gli interventi realizzati in città, chiedeva per la gestione complessiva delle bonifiche un commissario straordinario; che adesso è arrivato con la nomina di Roberto Moreni da parte del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti.

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