Collina di S. Polo, per la Procura una montagna di rifiuti

Per la Procura la collina e la pista ciclabile nei pressi dell’Alfa Acciai sono state realizzate con 25mila tonnellate di rifiuti di acciaieria
  • Collinetta sotto sequestro
    Collinetta sotto sequestro
  • Collinetta sotto sequestro
    Collinetta sotto sequestro
  • Collinetta sotto sequestro
    Collinetta sotto sequestro
  • Collinetta sotto sequestro
    Collinetta sotto sequestro
  • Collinetta sotto sequestro
    Collinetta sotto sequestro
  • Collinetta sotto sequestro
    Collinetta sotto sequestro
  • Collinetta sotto sequestro
    Collinetta sotto sequestro
  • Collinetta sotto sequestro
    Collinetta sotto sequestro
AA

Per il pm Silvia Bonardi e per i suoi consulenti la collinetta e la pista ciclabile sorte nei pressi dell’Alfa Acciai sono state realizzate con 25mila tonnellate di rifiuti di acciaieria. Questa la ragione per la quale l’una e l’altra sono sotto sequestro da giorni, mentre Ettore Lonati, legale rappresentante dell’azienda di San Polo, Arturo e Livio Bernardelli, amministratori unici di Bernardelli Trasporti e Novastrade, sono accusati di traffico illecito di rifiuti. Il granulato impiegato per la collinetta e la pista ciclabile non rispetta i requisiti di legge.

Secondo l’accusa Alfa Acciai ha venduto i suoi scarti a cifre tra i 50 centesimi e l’euro a tonnellata. Per smaltire lo stesso prodotto spendeva dai 4 ai 14 euro. 

Gli indagati si dicono sereni. «Abbiamo agito con tutte le autorizzazioni del caso» fanno sapere i Bernardelli. «Alfa Acciai è certa di avere operato in modo assolutamente corretto e trasparente e confida che la correttezza del suo operato sia presto riconosciuta» il commento espresso attraverso una nota dall’acciaieria di S. Polo. 

Leggi di più sul Giornale di Brescia in edicola oggi o qui sul Gdb Digital

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia