Colletta alimentare per i nuovi poveri da pandemia

All’opera 2mila persone in 220 supermercati: sono state raccolte 190 tonnellate di cibo
BANCO ALIMENTARE, LA RACCOLTA
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Rimettere in moto la macchina dopo un anno di stop non è stato facile. Eppure ieri nel Bresciano il poderoso meccanismo della Colletta alimentare ha funzionato alla perfezione. Duemila volontari all’opera; duecentoventi supermercati presidiati; una settantina di mezzi a far la spola e tre centri di raccolta stipati all’inverosimile di generi alimentari da distribuire ai bisognosi.

Tonno, olio, carne in scatola, pelati e omogeneizzati alla frutta i prodotti in cima alla lista della spesa della Fondazione Banco Alimentare, che ha promosso la 25esima edizione della «Giornata». Sostanze fondamentali per sfamare migliaia di persone indigenti. «La pandemia ha aggravato la situazione - spiega Enrico Baruzzi, referente bresciano del Banco -. Il bisogno è aumentato del 30% ed è cambiata l’identità di chi necessita di aiuto per mangiare. Una richiesta su due arriva da famiglie bresciane, anche alla luce del fatto che molti stranieri sono andati via. Non solo, un caso su quattro riguarda dei minori». Da qui l’invito a donare omogeneizzati. 

I primi carrelli sono stati riempiti già di buon mattino - © www.giornaledibrescia.it
I primi carrelli sono stati riempiti già di buon mattino - © www.giornaledibrescia.it

La risposta dei bresciani non si è fatta attendere. Per il bilancio definitivo bisognerà attendere le prossime ore, ma le prime stime sono più che positive. «Sicuramente siamo in linea con il 2019, quando avevamo raccolto 190 tonnellate di derrate alimentari - dice Baruzzi - , ma quest’anno riusciremo forse a fare anche meglio. Abbiamo distribuito nei supermercati qualche migliaio di scatole in più e contiamo sul fatto che tornino indietro piene».

Tre i punti di raccolta in provincia: nel magazzino di Breno sono giunti i pacchi raccolti nei 22 punti vendita della Valcamonica; a Chiari sono state recapitate le donazioni fatte nei supermercati della Bassa (una trentina); mentre l’Ortomercato ha ricevuto gran parte degli scatoloni. Qui, ieri, erano al lavoro dall’alba circa cinquanta persone. Fino a tarda sera hanno movimentato, impilato, ordinato, contato. E da qui, fra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio, gli alimenti saranno distribuiti alle strutture caritative convenzionate col Banco Alimentare. Sono 114 quelle della provincia di Brescia. Risorsa. A rendere possibile l’«impresa» di ieri sono stati proprio i volontari. Duemila in campo; di tutte le età. «Per reperirne - racconta Baruzzi - abbiamo fatto opera di reclutamento anche nelle scuole».

Gli arrivi nella sede del Banco Alimentare - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Gli arrivi nella sede del Banco Alimentare - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

Impegnati nei supermercati, ieri, c’erano studenti del Luzzago, del Gambara e del liceo Gigli di Rovato. Con loro, agli ordini dei duecento e passa capi équipe, sono scesi in campo volenterosi di ogni estrazione: compagni del calcetto, sodali di associazioni, rappresentanti di enti e persone... normali, animate dalla voglia di far del bene e di spendersi in prima persona per il prossimo. Immancabili gli operatori della San Vincenzo e schiere di penne nere, con equipaggiamento «da missione», come sempre alla maniera alpina: gazebo, tavoli, accessori e sorrisi schietti dispensati senza riserve. Imponente anche l’impegno dei mezzi in circolazione; una settantina hanno fatto la spola fra punti vendita e magazzini.

Immancabile la presenza delle penne nere - © www.giornaledibrescia.it
Immancabile la presenza delle penne nere - © www.giornaledibrescia.it

Anche in questo caso non si sono risparmiati i volontari della Protezione Civile di Cevo, della Protezione Civile di Cologne, Croce Rossa, Croce Bianca e Alpini. Oltre a tutti i privati che hanno prestato e condotto furgoni, furgoncini e automobili capienti. E se il Pastificio Pagani ha donato 15 quintali di pasta, «Lic Packaging di Verolanuova ci ha fornito 22mila scatole; mentre il gruppo Italbrix della famiglia Odolini ci ha donato 500 bancali. Contributi fondamentali, visti anche i costi che queste risorse hanno raggiunto nell’ultimo periodo» dice Baruzzi. Col contributo di tutti anche la Colletta 2021 dato generosi frutti.

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