Co-abito, dove la convivenza aiuta a superare difficoltà e solitudine

Ad un anno dall’avvio del progetto di housing sociale di via Mazzucchelli il primo bilancio è positivo
CO-ABITO, LA CONVIVENZA POSSIBILE
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«La nostra casa è il nido nel quale ognuno di noi riscalda il nostro cuore»: questa frase è stata scritta su una lavagna appesa al muro della cucina di un appartamento di via Mazzucchelli 15; non una casa qualunque, ma uno degli appartamenti del progetto Co-abito delle cooperative San Giuseppe Fiumicello e Con-tatto dove vivono persone adulte, vulnerabili e a rischio di esclusione. A poco più di un anno dall’inizio di questa esperienza abitativa protetta si tirano le somme.

Il progetto

 Sono sei gli appartamenti dati in comodato d’uso gratuito per 10 anni dalla Congrega della Carità apostolica con l’obiettivo di aiutare disabili e chi deve essere reinserito dopo un periodo di detenzione. Si è partiti con tre appartamenti e 9 ospiti, oggi le case sono 6, 4 gestite dalla cooperativa San Giuseppe con 18 ospiti e 2 della Contatto con 7 persone seguite. Gli appartamenti, tutti nella stessa palazzina, sono così luoghi dove sviluppare esperienze condivise e acquisire competenze per vivere autonomamente. «È andata più che bene» ha detto tracciando un primo bilancio Alberto Castiglioni della cooperativa San Giuseppe Fiumicello. «Queste sono notizie positive in un quadro di disagio» ha detto l’assessore ai servizi sociali della Loggia Marco Fenaroli.

«Cambiare abitudini abitative - ha spiegato Michele Musolino di Cauto - non è semplice. Siamo quindi partiti da laboratori sulla gestione dei rifiuti e la cura della casa. Questo spazio è diventato una risorsa per tutto il condominio, puliamo il cortile, abbiamo installato un posacenere e ci occupiamo delle decorazioni».

La routine

  • L'housing sociale di Co-abito
    L'housing sociale di Co-abito
  • L'housing sociale di Co-abito
    L'housing sociale di Co-abito
  • L'housing sociale di Co-abito
    L'housing sociale di Co-abito

Le persone seguite dal progetto Co-abito la mattina frequentano il centro diurno di Fiumicello e ci vanno in autonomia, chi a piedi, chi in bicicletta. Sono sempre seguite: nel pomeriggio a casa con loro c’è un educatore con il quale fanno la spesa, si stabiliscono i turni per la pulizia della casa e si cucina, si fa il bucato e si sistemano i vestiti. Poi ognuno si lava, prepara gli abiti per il giorno dopo e si va a dormire. Durante la notte è presente un sorvegliante nel caso un cui sia bisogno di qualcosa, ma succede raramente. Il lunedì, invece, è dedicato alle attività nel cortile. La mattina arrivano gli educatori e, dopo un momento tra chiacchiere e condivisione, armati di pettorine e pinze, scendono nel cortile per pulirlo, un’attività che nei mesi ha educato anche gli altri condomini a rispettare maggiormente i luoghi comuni.

I vicini apprezzano la presenza degli ospiti degli appartamenti di Co-abito: «C’è un bel rapporto - racconta Emilia, una signora anziana con gli occhi allegri e un bel sorriso sulle labbra - io sono vicina a loro e loro a me. Mi trovo bene». E così anche altri residenti che, in cambio della cura che questi dedicano al cortile, regalano loro torte e varie leccornie.

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