Class action contro Trenord, 6mila richieste di risarcimento

Sotto la guida di Altroconsumo, i pendolari hanno portato la società di trasporti in Tribunale
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Chiuse le adesioni all'azione risarcitoria, sono 6.136 gli utenti ferroviari che hanno formalizzato l'ingresso nell'iter che porterà al risarcimento. Il 19 maggio la prossima udienza.

La richiesta di Altroconsumo: a tutti i pendolari coinvolti e aderenti sia riconosciuto un risarcimento pari a quattro mensilità dell’abbonamento alla tratta utilizzata.

Il giudice del Tribunale ha definito gli assi di azione su cui la class action dovrà proseguire. Il 3 marzo 2014 la class action contro Trenord è stata ammessa dalla Corte d’Appello di Milano.

I disservizi subiti per oltre quindici giorni nel dicembre 2012 furono gravissimi: il sistema di trasporto su rotaie andò in tilt, con treni cancellati, sovraffollati, corse dirottate, ritardi, mancanza di informazioni a effetto valanga su utenti inermi. La paralisi fu massiccia: circa 700mila i pendolari lombardi coinvolti in quelle giornate di caos.

La Corte d’Appello ha ritenuto che il mancato funzionamento del software di gestione ed organizzazione del servizio adottato da Trenord abbia causato disservizi analoghi e comuni a tutti gli utenti colpiti, da valutare e risarcire in un unico processo, secondo quanto previsto dall’art.140 bis del codice del consumo.

Il percorso intrapreso da Altroconsumo non è stato privo di ostacoli: nel 2013 il Tribunale di Milano aveva dichiarato inammissibile l’azione promossa da Altroconsumo contro Trenord; per aver diritto al risarcimento, gli utenti avrebbero dovuto viaggiare sullo stesso binario, aver subito lo stesso ritardo e aver viaggiato sullo stesso convoglio, per una settimana. Altroconsumo in appello ha vinto.

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