Chiara Montini: «Presto Santo, ma per me rimarrà zio Battista»

Parla la nipote di Paolo VI, Chiara Montini che descrive un uomo semplice e «che ti accoglieva con uno sguardo»
Le sorelle Elisabetta e Chiara con il Papa e i genitori
Le sorelle Elisabetta e Chiara con il Papa e i genitori
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«Lo zio Battista era una persona straordinaria, ti accoglieva con lo sguardo ancor prima che con i gesti». Domenica papa Francesco lo proclamerà santo, ma per Chiara resterà sempre e soltanto il fratello di papà Francesco, appunto quello zio dolcissimo che da don Giovanni Battista è diventato Paolo VI. 

Saranno 117 i parenti di papa Montini in piazza San Pietro, Chiara nel corso degli anni è diventata un po’ la portavoce della grande famiglia, è lei che si è fatta carico di tenere viva la memoria di Paolo VI anche dal punto di vista degli affetti. 

Negli anni con il suo impegno ha affiancato alla figura ufficiale di papa Montini (spesso molto distante dalla realtà) quella dell’uomo: un uomo straordinario, profondamente bresciano, diventato successore di Pietro. Chiara Montini è una donna mite che ogni volta racconta con entusiasmo e commozione il rapporto con lo zio.

«Fin da piccole, io e mia sorella Elisabetta, eravamo molto contente di incontrarlo - racconta Chiara -, ricordo con grande affetto le giornate passate all’eremo di Camaldoli a Gussago, un luogo ricco di spiritualità che allo zio era particolarmente caro. Allora noi eravamo piccole, e soprattutto non stavamo mai ferme. Poi negli anni, anche se eravamo ancora bambine, abbiamo acquisito l’abitudine all’ascolto, soprattutto durante le lunghe funzioni a cui partecipavamo quando lo zio era arcivescovo di Milano».

«Da sempre questa parentela mi ha creato un grande senso di orgoglio - spiega -, crescendo ho fatto l'impossibile per non vantarmene, non mi sembrava (e non mi sembra) rispettoso nei confronti dello zio».

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