C'era una volta il maestro elementare: i primi racconti dei lettori

I dati confermano con evidenza la progressiva scomparsa della componente maschile dalle aule. Nella scuola primaria è donna il 96% dei docenti, alle medie il 78% e alle superiori il 62%. Nei giorni scorsi avevamo proposto ai nostri lettori di raccontare un aneddoto legato alla figura del maestro: ecco i primi due contributi
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Maestra, sostantivo femminile, es. maestra elementare. La corrispondente forma maschile è di fatto scomparsa. Così potrebbe recitare oggi un vocabolario della lingua italiana che volesse dar conto di un fenomeno da tempo in atto nella scuola di casa nostra, e negli ultimi anni al centro di una decisa e ulteriore accelerazione: la progressiva scomparsa della componente maschile nella scuola italiana, più evidente negli istituti frequentati dagli scolari più piccoli.

La tendenza ad un'ulteriore crescita femminile, in un settore del lavoro già tradizionalmente connotato «in rosa» si conferma nei dati nazionali relativi ai diversi ordini di scuola, dati a cui Brescia non sfugge. Cresce infatti il numero delle insegnanti e le donne acquistano posizioni anche nella dirigenza, che le ha finora viste in posizione minoritaria.

Ma vediamo, grado per grado, qual è la situazione. Nella scuola dell'infanzia, le donne hanno praticamente il monopolio. Nella scuola primaria occupano il 96 per cento delle cattedre e il 55 per cento delle posizioni direttive.

Nella scuola secondaria la crescita «rosa» è più recente ma negli ultimi anni è stata particolarmente significativa: la presenza femminile nel personale docente di ruolo si attesta ormai al 78 per cento nelle medie e al 62 per cento nelle superiori, mentre le donne dirigenti sono circa un terzo del totale. Il personale amministrativo non fa eccezione: nella scuola la componente «rosa» equivale ai due terzi.

Ruolo sociale, inquadramento economico, compatibilità coi tempi familiari: sulle cause della «femminilizzazione» della scuola - sulle luci e sulle ombre del fenomeno - potrebbero essere scritti interi volumi. Un primo passo è prenderne atto.

Per raccontare un aneddoto legato alla figura del tuo maestro: scrivi a cronaca@giornaledibrescia.it

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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