Centrale del latte: 80 anni di storia

Il 31 ottobre del 1931 per la prima volta il latte della Centrale di via Lamarmora entrava nelle case dei bresciani.
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Il 31 ottobre del 1931 per la prima volta il latte della Centrale di via Lamarmora entrava nelle case dei bresciani.

Ecco quindi che la Centrale del Latte festeggia i suoi primi 80 anni. Vissuti nel segno del trinomio “tradizione, territorio, innovazione”. Pilastri di una storia che oggi guarda al futuro, ai mercati internazionali e ad una crescita costante  - come ricordato dal presidente Franco Dusina e dal direttore generale Andrea Bartolozzi – ma nel costante legame con il territorio, come sottolineato dal vice sindaco Fabio Rolfi, in occasione dell’incontro di presentazione della campagna che celebra l’importante traguardo dell’azienda, posseduta al 96% dalla Loggia.

Incontro tenutosi proprio nella sala consiliare del palazzo municipale, dove erano affisse anche le fotografie tratte dagli archivi che raccontano di una lunga storia: dal primo furgone con le insegne dell’allora Centrale Comunale del Latte – cui doveva afferire tutta la produzione lattiera della cinta daziaria del capoluogo – alla sede realizzata tra il 1929 e il 1930 in via Lamarmora, ora oggetto di una richiesta di ampiamento per l’introduzione di una seconda linea produttiva. Fino alla storica Leonessa – che torna ora a campeggiare nella grafica delle confezioni dei prodotti dell’azienda – e al cartone triangolare che segnò una piccola grande rivoluzione nel packaging della Centrale.

Per la quale la Loggia, proprio mentre in via Lamarmora soffiano sulle 80 candeline, alla luce di una normativa (pur ancora in evoluzione), potrebbe trovarsi costretta a compiere un passo mai compiuto prima: dismettere le quote di una azienda che non rientra nel novero di quelle istituzionali. “Contiamo di tutelare un gioiello pubblico” ha assicurato Rolfi, che a margine dell’incontro ha ribadito come sia percorribile l’ipotesi di una riduzione della quota del Comune, ma in modo tale da garantire alla Loggia il controllo pubblico di un’azienda che produce utili ed è espressione del territorio. Ad esempio con la conservazione del “51%” della Spa lattiera. E con la prospettiva di favorire l’apporto di nuovi capitali con l’ingresso di soci da individuare nel tessuto produttivo locale.

Tra le testimonianze anche quella di un ex dipendente, che a riprova di come la Centrale costituisca una fetta di storia della città, ha ricordato un episodio risalente alla grande nevicata del 1985: “Molti di noi dormirono in Centrale e non fecero ritorno a casa per quattro giorni, pur di garantire il latte alla città”.

C'è anche un sito internet rinnovato all'indirizzo www.centralelatte-brescia.it.

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