Centinaia di giovani a parlare di pace, Ernesto Olivero: «Basta produrre armi»

All’auditorium San Barnaba ragazzi da tutta la diocesi per ascoltare il fondatore del gruppo Sermig
In ascolto. Centinaia di giovani all’auditorium San Barnaba
In ascolto. Centinaia di giovani all’auditorium San Barnaba
AA

Quando sono partiti con il progetto, nel lontano 1964, avevano un obiettivo che dire ambizioso è poco: sconfiggere la fame nel mondo. Non ci sono ovviamente riusciti, ma non certo per colpa loro. Anzi, se fosse dipeso solo da loro ce l’avrebbero fatta sicuramente. Perché il Servizio missionario giovani (Sermig) nato da un sogno di Ernesto Olivero e sua moglie Maria Cerrato ha raggiunto traguardi che hanno dell’incredibile.

Nell’Arsenale della pace a Torino (un’ex fabbrica di armi rinata a nuova vita), nei decenni, hanno accolto 130mila persone senza casa, distribuito quasi 30 milioni di pasti e offerto 565mila visite mediche specialistiche a chi non ha accesso alle cure. Ancora, tutto questo è stato possibile grazie a 30 milioni di ore di tempo di tempo donate da migliaia di volontari in campo 24 ore al giorno e per tutti e 365 i giorni dell’anno. E non è finita, hanno aiutato persone di 155 nazioni intervenendo in oltre 3.700 progetti di sviluppo nel mondo;hanno realizzato 77 missioni di pace nei teatri di guerra più drammatici.

Impegno

L’elenco potrebbe proseguire ancora a lungo, perché da quel sogno iniziale se ne sono poi realizzati una quantità immensa. Ieri Ernesto Olivero era Brescia per raccontare tutto questo ai giovani degli oratori che si stanno preparando alla Giornata mondiale della gioventù in programma a inizio agosto a Lisbona. In centinaia, arrivati da tutta la diocesi, hanno ascoltato le parole del fondatore, ottantenne trascinatore capace di affascinare come pochi. Perché Olivero ha incarnato ogni giorno, con straordinaria coerenza e passione, la missione della propria vita. «La bontà è disarmante» c’è scritto all’ingresso dell’Arsenale accanto all’elenco di quanto realizzato in 59 anni di attività. Tutto all’insegna della correttezza e trasparenza totali, «ogni donatore - ha spiegato - può vedere come utilizziamo ogni centesimo che ci consegna, io non ho mai guadagnato una lira dalla nostra attività, anche questa è la nostra forza: i fatti valgono più di mille persone».

Futuro

Dialogando con Luciano Zanardini, direttore del settimanale diocesano «La Voce del popolo», ha parlato di pace e il suo pensiero è subito andato al conflitto in Ucraina. «Nel mondo sono in corso oltre settanta conflitti, ora uno vicino a casa nostra - ha detto Olivero -, proprio ora dobbiamo ribadire con forza che la pace passa soltanto dallo stop alle armi. Lo sottolineo con forza, dobbiamo uscire dalla logica delle armi, anzi, di più: le armi non vanno costruite». Qual è il suo segreto? «Nell’animo sono sempre rimasto un bambino - ha detto -, è rimasta intatta la capacità di stupirmi. Ai giovani dico: dovete vivere ogni giorno con entusiasmo, combattete una lotta positiva per portare a casa qualcosa di buono». Come lui continua a fare.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia