Cavellini, palazzo al buio e senz’acqua calda

Staccata la corrente per 3mila euro di debito con A2A; disabile senza ascensore
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Hanno un ringraziamento da esprimere, gli abitanti del condominio «Torre Mirabella» di via Chiassi, zona via Crocifissa di Rosa. «Grazie ad A2A - dicono - per averci tolto il 7 ottobre la corrente elettrica lasciandoci senza ascensore, senza luci sulle scale, senza citofoni e senz’acqua calda, perché s’è fermata la pompa che la distribuisce». La causa? «Matteo Cavellini, che fino ad agosto ha amministrato il palazzo lasciando 21mila euro di debito con A2A».

Sono furenti, in via Chiassi. Le 14 famiglie non si spiegano perché sia stata tagliata la corrente a loro che, col nuovo amministratore, hanno iniziato a ripianare il debito con la multiutility. Anche perché al sesto piano vive un anziano con gravi disabilità: «Senza ascensore non può muoversi», dicono.

«Eppure durante la trasmissione Mi Manda Raitre avevano assicurato che sarebbero stati concilianti con i condomini coinvolti nel caso Cavellini». Invece, da due giorni le parti comuni della palazzina sono al buio e per lavarsi in casa c’è solo acqua fredda. E tutto per un deficit di comunicazione tra A2A e il nuovo amministratore. Perché l’azienda aveva sollecitato il pagamento del teleriscaldamento (circa 15mila euro) e dell’acqua mai saldata nei mesi scorsi (3mila euro), e il condominio aveva iniziato ad estinguere il debito. Non c’è traccia, invece, della comunicazione relativa all’energia elettrica, con 3mila euro in sospeso.

A2A, tramite l’ufficio stampa, fa sapere di avere inviato una raccomandata a fine agosto attraverso la Tnt, ponendo come scadenza il 19 settembre. La missiva risulta però «non ritirata», spiega l’azienda, e nel frattempo sono state avviate le procedure per il distacco dell’energia elettrica, avvenuto poi lunedì.

L’amministratore condominiale subentrato a Cavellini ribatte però di non aver ricevuto alcun avviso: «Mi stupisce poi che mentre avevamo preso accordi con l’azienda per ripagare acqua e teleriscaldamento - spiega Nicola Musoni - non sia emerso niente sull’energia elettrica».

 

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