Catasto rurale, controlli in vista per ben 11.800 proprietà

Nel mirino pollai, tettoie e fienili per verificare i "requisiti di ruralità"
Controlli a tappeto. Accertamenti in arrivo dall’Agenzia delle entrate
Controlli a tappeto. Accertamenti in arrivo dall’Agenzia delle entrate
AA

Si avvicina la stagione degli accertamenti. Stanno arrivando in questi giorni i controlli dell’Agenzia delle entrate di via Marsala sulle costruzioni rurali di Brescia e provincia. Sotto la lente d’ingrandimento finiranno nei prossimi mesi tutti i manufatti: dai pollai alle legnaie, passando per casotti, serre, fienili, tettoie, casette con connotati rurali, o anche edifici ristrutturati che potrebbero aver perso i «requisiti di ruralità». Nel Bresciano le proprietà controllate saranno 11.800 (in Lombardia 83.400 e in Italia 800mila).

L’obiettivo? «Ricordare» che è diventato obbligatorio il passaggio dei fabbricati rurali dal registro del Catasto terreni a quello del Catasto edilizio urbano. L’obbligo - stando ai contenuti della lettera spedita ai proprietari dall’Agenzia delle entrate - andava assolto entro il 30 novembre 2012. Per i fabbricati che possedevano i requisiti di ruralità e li hanno persi invece la dichiarazione andava effettuata entro 30 giorni dal momento della variazione. Chi non ha ancora presentato la dichiarazione di «aggiornamento catastale» può farlo nelle prossime settimane pagando una multa. Per avere una sanzione ridotta («ravvedimento operoso»), è necessario presentare la dichiarazione di aggiornamento prima dell’accertamento da parte dei tecnici dell’Agenzia.

Le sanzioni per mancato passaggio dal Catasto terreni al Catasto edilizio urbano vanno da 1.032 a 8.264 euro. Quelle per mancata dichiarazione di variazione al Catasto terreni (nei casi in cui non è più presente alcuna costruzione da dichiarare) da 250 a 2mila euro. Con i ravvedimenti operosi si evita almeno la «stangata» e si paga un sesto dell’ammenda. A queste spese sono destinate ad aggiungersene altre.

Quali? Quelle per «l’ausilio di un tecnico abilitato», che stando alle indicazioni dell’Agenzia delle entrate, sarebbe «obbligatorio». Tra tanti manufatti che si possono trovare nei campi alcuni rientrano nel lavoro solo «ai fini di identificazione», mentre altri continueranno a non essere «oggetto di inventariazione». Quali sono? Quelli da identificare sono i fabbricati in costruzione, le costruzioni non idonee a usi produttivi di reddito a causa del livello di degrado, i lastrici solari, e le aree urbane. Quelli senza obbligo di dichiarazione sono i manufatti con superficie coperta inferiore a 8 metri quadri, le serre adibite a coltivazione, le vasche d’accumulo, i manufatti privi di copertura, le tettoie, i pollai, i casotti, le concimaie e i pozzi Ovviamente alcuni passaggi sono un po’ nebulosi ma, contattato per avere qualche delucidazione, l’'Ufficio regionale Territorio dell'Agenzia ha risposto che era «tutto già abbastanza chiaro».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia