Caso irrisolto dal 2000: «Per noi fu uno scambio di persona»

Ne è convinta la moglie di Basilio Rossi, freddato a Brescia Due. Non è mai stato trovato l’assassino
Era il 18 gennaio 2000.  Gli interrati del condominio di via Malta, teatro dell’omicidio - © www.giornaledibrescia.it
Era il 18 gennaio 2000. Gli interrati del condominio di via Malta, teatro dell’omicidio - © www.giornaledibrescia.it
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Un necrologio per ricordare una vicenda che non ha mai avuto giustizia. Un agguato in piena regola rimasto senza responsabile. «Sei sempre con noi» hanno scritto la vedova e la figlia di Basilio Rossi. Il dolore di oggi è lo stesso di 21 anni fa.

L’omicidio. È la sera del 18 gennaio 2000 quando l'imprenditore originario di Botticino, 59 anni a capo della Sepi, una società di componenti elettrici, viene assassinato a Brescia Due in città. Freddato con due colpi di pistola, che gli inquirenti scopriranno essere partiti da una calibro 38, da un assassino che lo ha affrontato a piedi nel garage sotterraneo in via Malta per poi scappare a bordo di uno scooter parcheggiato dietro ad una colonna. Un proiettile colpisce Basilio Rossi alla gamba destra, probabilmente di striscio. L'altro lo raggiunge tra addome e torace. L’uomo viene ammazzato sotto gli occhi della moglie Graziella, spettatrice impotente di una tragedia che ancora oggi resta senza un perché.

«Ho la stessa convinzione di allora e cioè che si sia trattato di uno scambio di persona» racconta la donna. Abita ancora nello stesso appartamento a Brescia Due e anche ieri ha lavorato per portare avanti i progetti del marito. «Ogni anno ricordiamo Basilio con il necrologio sul Giornale di Brescia. Ci sembra giusto» dice. Di quella sera ricorda ogni momento. «Abbiamo un laboratorio in via Malta. Io e mio marito attorno alle 19.20 siamo usciti dall’ufficio e scesi con la scala mobile nei garage per prendere l’auto. Quest’uomo è comparso all’improvviso e ha sparato. La mia sensazione è che chi ha ucciso sapesse come muoversi e conosceva gli orari visto che ci ha attesi nascosto» racconta la vedova di Basilio Rossi nel giorno dell’anniversario della morte del marito.

La vittima: l’imprenditore Basilio Rossi.  Aveva 59 anni - © www.giornaledibrescia.it
La vittima: l’imprenditore Basilio Rossi. Aveva 59 anni - © www.giornaledibrescia.it

Per lei era stato impossibile riconoscere il volto dell’assassino. «Indossava un caso integrale e non l’ho visto in faccia. Ricordo bene l’altezza, più e meno la mia quando indosso i tacchi, ma altri particolari non sono riuscita a riconoscerli» spiega la signora Graziella. «Uno scambio di persona». Ricostruzioni che ha più volte fornito agli inquirenti dopo quel giorno di inizio gennaio 2000. «Poi non ho più sentito nessuno della Polizia. Mi hanno detto che se ho qualcosa per riaprire il caso, si potrà ricominciare con le indagini, ma io e nemmeno mia figlia, che all’epoca aveva 29 anni, siamo in grado di poter cercare elementi. Per noi è materialmente impossibile. Anche se non abbiamo perso la fiducia». Le indagini avevano provato a fare luce su ogni aspetto della vita dell’imprenditore. A partire dai suoi contatti sul lavoro.

In Italia e all’estero. «Hanno controllato tutto. In azienda non c’era proprio nulla di strano e di questo - assicura la vedova - sono certa al mille per cento e per questo ribadisco che secondo me c’è stato un tragico scambio di persona». Il pm Alessia Busato, titolare dell’inchiesta 21 anni fa e oggi giudice della Sezione Civile in tribunale a Brescia, aveva ascoltato i parenti della vittima, gli amici e i colleghi di lavoro. Non era emerso nulla che potesse portare gli inquirenti ad ipotizzare un possibile movente. E così l’agguato di via Malta è rimasto un cold case. Un caso irrisolto.

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