Caso Finlombarda, Nicolai e Maiocchi indagati per truffa

Il dg dell'Associazione industriale bresciana, Marco Nicolai, è sotto inchiesta assieme all'ex dg della Loggia, Danilo Maiocchi
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L’ex direttore generale di Finlombarda (società finanziaria della Regione) e attuale dg dell’Associazione industriale bresciana, Marco Nicolai, è indagato dalla Procura di Milano assieme al direttore generale dello Sviluppo Economico di Regione Lombardia ed ex direttore generale del Comune di Brescia, Danilo Maiocchi.

I due sono finiti sotto inchiesta per «truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche», le indagini riguardano una presunta gestione «opaca» di finanziamenti agevolati con fondi pubblici concessi da Finlombarda ad alcune medie e piccole imprese. E in un altro filone dell'indagine è accusato di corruzione il consigliere di Finlombarda Marco Flavio Cirillo, che è stato anche sottosegretario all'Ambiente nel Governo Letta. 

Maiocchi è una delle persone (nell'inchiesta ci sono numerosi indagati) oggetto di una serie di perquisizioni effettuate ieri dalla Gdf di Varese, su disposizione dei pm Paolo Filippini e Roberto Pellicano. Un blitz che ha riguardato anche gli uffici di Finlombarda. 

«Ho fiducia nel direttore generale dell'assessorato e confido in una rapida conclusione delle indagini da parte della magistratura che ne accerti l'estraneità - ha dichiarato l'assessore lombardo allo Sviluppo Economico, Mauro Parolini -. Ad ogni modo, l'oggetto dell'attività investigativa riguarderebbe presunte condotte individuali non riconducibili a provvedimenti o iniziative della Giunta regionale o di singoli assessori». 

Secondo l'ipotesi degli inquirenti, che indagano su centinaia di finanziamenti agevolati concessi dal 2012 in avanti ad imprese con fondi della Regione, a Maiocchi sarebbero riconducibili due società di «mediazione». Società a cui si sono rivolte numerose aziende per presentare le domande (andate a buon fine) di credito agevolato a Finlombarda, la società che gestisce l'accesso ai finanziamenti erogati dall'amministrazione regionale, attraverso le iniziative «Made in Lombardy» e «Credito adesso». 

In pratica, secondo l'accusa, Maiocchi, da un lato, fa parte dell'ente regionale che stanzia i fondi per i finanziamenti e redige i bandi con i requisiti per ottenerli e, dall'altro lato, gestirebbe anche le società che si interfacciano con Finlombarda, la quale poi materialmente concede i crediti. E le società di «mediazione» incassano soldi dalle imprese per questa attività di «facilitazione» nei confronti di Finlombarda. 

Tra l'altro, molte delle imprese che hanno ottenuto i crediti agevolati, stando alle indagini, o sono fallite o non hanno restituito i finanziamenti. Secondo i dati in mano agli inquirenti, Finlombarda, anche a causa delle presunta gestione irregolare dei finanziamenti, avrebbe accumulato oltre 60 milioni di euro di «crediti deteriorati».

 Al consigliere di Finlombarda Cirillo, in particolare, i pm contestano di aver ottenuto soldi per la concessione di finanziamenti. «Vogliamo si faccia chiarezza immediatamente: i soldi per le Pmi devono essere indirizzati a sviluppare posti di lavoro e non clientelismo», hanno affermato i consiglieri lombardi del M5S, Stefano Buffagni e Dario Violi.

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