Caso Avis, Brescia Trasporti attacca: «Diffuse notizie false»

Dopo il caso dei mancati permessi per le donazioni, l'amministratore unico Ezio Cerquaglia chiarisce il caso
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Un’accusa che non trova «alcun fondamento nella realtà». E per la quale non si esclude una coda giudiziaria. Dopo il caso dei mancati permessi Avis sollevato da Faisa Cisal, che aveva puntato il dito contro Brescia Trasporti, l’azienda controllata da Brescia Mobilità non ci sta e scrive al segretario provinciale dell’organizzazione sindacale e - per conoscenza - anche a prefetto, Avis, Tpl, Asst e al Giornale di Brescia.

La lettera, firmata da Ezio Cerquaglia (amministratore unico di Brescia Trasporti), nega l’esistenza di «criticità nella concessione dei permessi per le donazioni. La procedura prevede che il dipendente interessato compili l’apposito modulo con l’indicazione della giornata richiesta e, in caso di difficoltà dovute ad esigenze di servizio per quello specifico giorno, lo stesso concordi un’altra data con l’ufficio movimento».

L’unico recente caso di «spostamento», prosegue la missiva, di un permesso Avis, è quello «relativo a una richiesta per il 15 ottobre che, come noto, ha rappresentato una data particolarmente delicata per il servizio di trasporto in quanto prima giornata di obbligatorietà del Green Pass. Per questo è stata chiesta la disponibilità a spostare la donazione». Che è poi stata programmata per il 27 ottobre. Brescia Trasporti, a questo punto, si chiede come mai «a fronte della normale gestione di un singolo permesso, Faisa abbia ritenuto necessario inviare anche a soggetti esterni una missiva dai contenuti allarmistici, ventilando ipotesi di “inconsueta condotta aziendale”». Non escludendo di adire a vie legali per dirimere la querelle una volta per tutte.

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