Casini, Confalonieri, Bazoli, Minoli: c’era una volta la politica

E il presidente emerito di Intesa, ospite a Castenedolo, benedice Elly Schlein: «scelta apprezzata, serve cambiamento»
A Castenedolo Incontra i protagonisti di 40 anni di vita italiana - © www.giornaledibrescia.it
A Castenedolo Incontra i protagonisti di 40 anni di vita italiana - © www.giornaledibrescia.it
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Tre protagonisti, tre facce del potere degli ultimi 40 anni. «Qui abbiamo l’Italia» ha commentato ieri sera Giovanni Minoli presentando Pierferdinando Casini, il presidente emerito di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli e il numero uno di Mediaset Fedele Confalonieri, ospiti della rassegna culturale Castenedolo Incontra. Per una serata dedicata al libro «C’era una volta la politica», la storia dei 40 anni in Parlamento di Casini, arrivato a Roma nel 1983 con Fanfani presidente del Consiglio e oggi ancora presente sulla scena con Giorgia Meloni premier.

Verso il Colle

Con vista Quirinale? Lui - mai al Governo ma già presidente della Camera - taglia corto: «sono contento per quanto ho fatto, non mi manca nulla» risponde, anche se ha accarezzato il sogno politico prima del Mattarella bis. «Se lo stilista Cavalli a 82 anni ha fatto un figlio e Biden a 81 guida gli Stati Uniti, Casini quando sarà finito il settennato di Mattarella avrà 75 anni e sarà un ragazzino pronto per il Quirinale» le parole di Minoli.

«In un certo senso ritengo Casini davvero l’ultimo democristiano e l’augurio è che riesca ad andare al Quirinale» ha aggiunto Bazoli. Che a sorpresa, in una serata senza scaletta, ha poi benedetto la nuova guida del Partito democratico. «I partiti sono fondamentali nella Costituzione e il Parlamento deve essere centrale nel confronto politico. Nel Pd c’era un bisogno assoluto di cambiamento e la scelta di Schlein è apprezzata. Anche da chi era intenzionato a votare Bonaccini» il pensiero di Bazoli che, pur non volendo commentare la vicenda processuale personale nel caso Ubi «dato che il processo d’appello a Brescia è ancora in corso», auspica «una riforma della giustizia. Che è indispensabile. Non è sufficiente la legge Cartabia».

L’eredità di Berlusconi

Con Fedele Confalonieri, il tema si sposta su Silvio Berlusconi. «Meloni gli ha detto che non è ricattabile? È una bella frase. Ora siamo davanti alla vera democrazia: con una donna di destra è una donna di sinistra» ha commentato il presidente di Mediaset. Che tornando allo strappo di anni fa tra il leader di Forza Italia e Casini non ha usato perifrasi. «Berlusconi è un leader monocratico quasi dittatoriale. Ascolta tutti ma decide lui».

E la reazione di Casini è immediata: «ha ragione Confalonieri e per questo non ho mai pensato di essere il successore di Berlusconi che affettuosamente ritengo satanico. E Meloni, a capo di un governo di destra e non di centrodestra e che non ha nulla a che vedere con il primo esecutivo Berlusconi, ha dimostrato che le eredità si prendono, non si ricevono». Casini, tra una sentenza sulla Dc («non è morta per Tangentipoli») e una sulla questione palestinese («è una vergogna il silenzio dell’Occidente») parlando dell’attualità ha ammesso di non aver votato alle primarie del Pd («non sono tesserato, ma sono indipendente») e di essere curioso di quanto farà Elly Schlein. «Non credo sia una scelta sbagliata - commenta -. Tutto sommato questa ragazza, perché è una ragazza, ha suscitato un qualche entusiasmo. Ha risvegliato la politica è avvicinato i giovani dopo anni di governi tecnici che io vedo come gli antibiotici. Salvano, ma non bisogna abusarne».

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