Casazza, incendio all’oratorio: gesto contro i profughi?

ll rogo doloso appiccato ieri mattina. Nel mirino potrebbe essere finito un progetto con stranieri
INCENDIO A CASAZZA: L'OMBRA DELL'INTIMIDAZIONE
AA

Pareti annerite, sedie e scrivanie divorate dalle fiamme. E poi bestemmie e insulti scritti con un pennarello. Ma nessuna rivendicazione. Di certo c’è che l’incendio che ha distrutto la sede del centro sportivo dell’oratorio del quartiere Casazza in città è di natura dolosa. «Nessuno ha visto e sentito nulla» spiegano i componenti dell’associazione sportiva.

Le fiamme. Qualcuno ieri mattina attorno alle sei e trenta ha scavalcato la rete, forzato il lucchetto che chiude la porta di un magazzino, prelevato una tanica di benzina presente tra gli attrezzi poi utilizzata come innesco del rogo che in pochi minuti è divampato nel prefabbricato che ospita la segreteria del Gso Casazza. «Ho sentito la gente gridare che stava andando a fuoco una parte dell’oratorio, sono arrivato di corsa e ho visto le fiamme. Anni di lavoro andati distrutti» racconta uno dei volontari della parrocchia. «Un gesto inspiegabile» commentano in tanti. Qualcuno ipotizza: «È un’intimidazione». Le indagini sono affidate alla Digos della Questura e tra le ipotesi al vaglio c’è quella che porta alla contestazione contro un progetto che in questi giorni ha coinvolto in quartiere alcuni profughi. Richiedenti asilo ospiti dell’asilo notturno Pampuri, che da giovedì hanno ripulito le scritte sui muri del centro sociale di Casazza nell’ambito di un «protocollo di intesa tra Prefettura, Comune di Brescia e Forum del Terzo settore per l’impiego di profughi in attività di utilità sociale in favore delle collettività locali» con il coinvolgimento della parrocchia Maria Madre della Chiesa.

L’incrocio. L’incendio è stato appiccato al mattino presto dello stesso giorno in cui, a pochi metri dall’oratorio, il sindaco della città Emilio Del Bono presentava proprio il progetto di riqualificazione urbana e sociale. Solo una coincidenza? Gli inquirenti sono al lavoro.La convinzione è che chi ha agito sapesse bene come muoversi. Tanto da prendere di mira un locale dove è presente anche il quadro elettrico dell’intera struttura sportiva che è andato parzialmente in tilt. E poi perchè chi ha dato vita all’incendio sapeva anche dove erano custodite le chiavi degli spogliatoi e dei magazzini dei palloni. Su un armadietto con un pennarello blu è stata infatti scritta una bestemmia e un insulto diretto a don Massimo, da tre anni parroco a Casazza.

Scritte contro il parroco. «Non ho mai subito minacce, non so chi possa aver fatto un gesto così» ha commentato il sacerdote. «Davvero - ha aggiunto - non riesco a capacitarmi di come il progetto di riqualificazione sociale del quartiere possa essere collegato all’incendio». Don Massimo non esclude l’ipotesi «ragazzata» e che la responsabilità possa essere di qualche minorenne che frequenta l’oratorio. «C’è un gruppetto, una sorta di baby gang, che ho richiamato ultimamente perchè ne ha combinate un po’ troppe. Ma non voglio pensare che l’incendio sia la reazione ad un rimprovero». Per il parroco «si tratta di un episodio molto brutto. Per noi è un enorme danno morale più che materiale. Viene colpita una parrocchia che compie azioni socialmente utili al quartiere e che in cambio viene danneggiata così». Rischia di saltare anche il palio delle contrade in programma da venerdì.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia