Casasco (Centrodestra): «Viabilità e investimenti: a Brescia servono infrastrutture»

Past president di Apindustria Brescia e attuale presidente nazionale di Confap, la sua strada verso Roma pare tutta in discesa
Maurizio Casasco, Forza Italia - Foto © www.giornaledibrescia.it
Maurizio Casasco, Forza Italia - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Collegio sicuro, nome di peso, elezione alla Camera praticamente blindata. Per Maurizio Casasco, past president di Apindustria Brescia e attuale presidente nazionale di Confapi, la strada verso Roma pare tutta in discesa.

I sondaggi danno certa la vittoria del Centrodestra. C’è anche un incarico di governo che la attende a Roma?

Non scherziamo, non si è mai parlato di incarichi. Mi sono confrontato anche con i miei figli prima di accettare la candidatura: è una scelta di responsabilità, non intendo fare della politica una professione. Ho 67 anni, tra qualche giorno 68, guido la Federazione medico sportiva italiana e l’Executive Board della Federazione europea della medicina dello sport; sono presidente del Cea-pme, associazione europea che conta 2 milioni e 100mila pmi iscritte. Incarichi prestigiosi, nella vita ho ricevuto molto, è tempo di restituire: metto al servizio della mia città e del mio Paese l’esperienza maturata in questi 40 anni.

Cosa l’ha convinta ad accettare?

Brescia deve avere tra i propri rappresentanti qualcuno che conosce il mondo dell’impresa: sarò l’anello di congiunzione tra politica, lavoro, famiglia e giovani.

Spieghi meglio.

Sono mondi strettamente interconnessi e sono sintesi di valori sociali molto profondi. Le spiego: sostenendo l’impresa sosteniamo il lavoro e questo significa aiutare le famiglie; così facendo diamo la possibilità ai giovani di farsi una loro famiglia e avere dei figli. Viviamo un’epoca di incertezza: i giovani hanno paura a mettere su casa.

L’incertezza più grande in questi giorni sono le bollette.

C’è grande disperazione, me lo ripetono di continuo imprenditori, commercianti, partite Iva. Avevo evidenziato questo problema mesi fa, sottolineando la necessità di un patto tra le associazioni nazionali per fronteggiare il tema energia. Dai conti di ogni piccola media azienda dipende la vita dei dipendenti e delle loro famiglie. Il dovere è ascoltare e trovare risposte ai problemi reali.

Come si risolve questo problema?

Riformando il mercato della formazione del prezzo dell’energia: lo dico da tempo ed oggi lo sostengono anche Draghi e l’Europa. Anche se ora è tardi. Bisogna tornare al prezzo reale di generazione dell’energia rispetto a quello stabilito dal massimo prezzo: è evidente che questo principio del marginal price non funziona. Bisogna scorporare subito il prezzo dell’energia da quello del gas. E soprattutto mettere un tetto, come in Spagna. Lo Stato utilizzi l’extra gettito per l’aumento dei prezzi che ha portato nelle casse dell’erario oltre 15 miliardi, sono risorse che devono essere subito messe disposizione di imprese e famiglie.

Confindustria Brescia propone insieme al price cap l’ampliamento del credito d’imposta.

È una buona cosa, ma deve essere dato a tutti. Non solo alle imprese che hanno determinate caratteristiche. Anche se non è sufficiente.

Su energia e rigassificatori nel Centrodestra non ci sono posizioni ambigue?

Anche il Pd era contrario ai rigassificatori. Io sono candidato indipendente di Forza Italia, sono da sempre favorevole a rigassificatori e termovalorizzatori, il tema non è in discussione nel partito. Queste infrastrutture servono perché altrimenti le aziende chiudono e le famiglie non hanno lavoro. Ambiguo è l’atteggiamento del Pd che ha votato contro in dossier strategici in Europa.

Si riferisce forse al settore automotive?

Sul voto di Bruxelles sulla transizione ecologica è stato dato un duro colpo al settore auto. Sì al Green Deal, ma prima bisogna sviluppare la tecnologia. E bisogna dare più tempo alle imprese. Con quel voto si è messo a rischio un settore d’eccellenza che in Italia e, soprattutto a Brescia, conta migliaia di occupati.

Si mette a disposizione della sua città, cosa propone per Brescia?

Sono decenni che non si fanno investimenti in grandi infrastrutture a Brescia. Siamo la realtà col più alto tessuto economico d’Italia, ma ci troviamo schiacciati tra Bergamo e Verona: pensi all’aeroporto, pensi al sistema fieristico. Abbiamo problemi enormi di viabilità che si abbinano a quelli dell’inquinamento.

Qual è la ricetta Casasco per Brescia?

Investimenti in infrastrutture: bisogna portare la metropolitana a Nord fino a Gardone Valtrompia e a Est fino a Montichiari. Serve una rete di viabilità secondaria efficiente: investimenti che si traducono in aumento del Pil, meno inquinamento, più lavoro.

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