Carabinieri indagati per corruzione, concussione e truffa

Sono stati arrestati con un imprenditore della ristorazione. Secondo il gip «Sono inaffidabili come pubblici ufficiali»
I militari dell’Arma controllano Palazzo di giustizia - © www.giornaledibrescia.it
I militari dell’Arma controllano Palazzo di giustizia - © www.giornaledibrescia.it
AA

Il proprietario del locale del centro città ai suoi dipendenti diceva in riferimento all’amico carabiniere: «Lui è dell’Ispettorato, trattatelo bene per il ruolo che ricopre, è una persona importante e mi serve per lavorare tranquillo». Testimonianza agli atti dell’inchiesta che nei giorni scorsi ha portato agli arresti domiciliari Giuseppe Serio, comandante del Nucleo ispettorato del lavoro, il suo sottoposto Gianluca Schina, accusati di corruzione, concussione e truffa allo Stato, oltre all’imprenditore nel settore della ristorazione Nicola Pasina, titolare di un locale tra via Trieste e piazza Arnaldo a Brescia, e l’ex carabiniere, in pensione dal Duemila e ora consulente per una società che si occupa di sicurezza sul lavoro, Antonio Venci.

I due militari finiti ai domiciliari lunedì mattina racconteranno la loro verità al gip Christian Colombo che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare con giudizi pesantissimi sulla condotta dei carabinieri sospesi dall’Arma. «Atteggiamenti che evidenziano la consistente svalutazione operata dagli indagati del potere istituzionale, rendendo manifesta la gravità dei fatti e facendo emergere la distanza degli indagati da elementari e condivise regole» scrive il gip che aggiunge: «L’aver compiuto più fatti connessi alla funzione pubblica da loro esercitata segna negativamente la personalità di Schina e Serio ed in particolare la loro affidabilità come pubblici ufficiali».

Secondo le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani e dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri, i due componenti del Nucleo ispettorato del lavoro avrebbe ottenuto regali - pranzi e cene offerte, bottiglie di vino e aperitivi - per ammorbidire i controlli e, ad imprenditori amici, avrebbero anticipato le ispezioni disposte nei loro confronti. Proprio sulle soffiate il gip Colombo sottolinea che «il danno subito dall’amministrazione in cui sono inseriti gli indagati è evidente: l’avviso pregiudica la sorpresa dell’ispezione finalizzata all’accertamento delle violazioni e alla successiva irrogazioni di sanzioni».

Ad incastrare i coinvolti sono state soprattutto le intercettazioni telefoniche e ambientali, come quando il 18 e il 22 maggio 2019 «Schina conversando con Serio - si legge in ordinanza - ha fatto riferimenti ad avvisi a Pasina e al socio di prossime ispezioni presso il bar e il ristorante da loro gestiti».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia