Caos scuola: graduatorie da rifare, in migliaia tornano precari

È l’effetto della sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso dei diplomati magistrali
Insegnante mestiere precario. Situazione problematica per molti insegnanti o aspiranti tali - © www.giornaledibrescia.it
Insegnante mestiere precario. Situazione problematica per molti insegnanti o aspiranti tali - © www.giornaledibrescia.it
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È durata quindici giorni l’illusione di sentirsi insegnanti stabili a tutti gli effetti, per i 17 entrati in ruolo nel Bresciano dalle Graduatorie ad esaurimento (Gae) il 5 dicembre scorso: 15 per la scuola primaria e due nella scuola dell’infanzia. Sono gli epigoni di una vicenda non bella per il mondo dell’istruzione, dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato che in seduta plenaria ha respinto il ricorso dei diplomati magistrali per l’inserimento nelle graduatorie che preludono al ruolo.

Prima dei 17 freschi di nomina «con riserva» altri 61 l’avevano ottenuta in agosto (10 per linfanzia, 51 per la primaria), in aggiunta ai duecento che, immessi in ruolo per aver vinto il concorso del 2016, sono ormai stabili a pieno titolo. La sentenza negativa riguarda anche i quattrocento circa nominati in settembre da Gae a tempo determinato, su posti ancora liberi dopo le nomine in ruolo. Decade, insieme al contratto, anche il positivo superamento dell’anno di prova per i circa duecento assunti a tempo indeterminato lo scorso anno. Non decade subito, ma con le sentenze di merito del Tar e del Consiglio di Stato prevedibilmente in arrivo nel giro di qualche mese, con inevitabile riferimento alle valutazioni della Consulta.

Un ciclone, per la scuola, con migliaia di insegnanti in Italia che tornano precari ribaltando le graduatorie d’istituto, da cui si dovranno necessariamente ripescare per le supplenze, mentre le attività didattiche nelle classi sono in pieno svolgimento. A meno che un provvedimento d’emergenza consenta di salvare almeno l’anno scolastico. «Dobbiamo capire - osserva il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale, Mario Maviglia - qual è l’orientamento del Ministero: consentire per continuità didattica la prosecuzione del servizio fino a giugno, oppure revocare subito l’incarico. La sentenza va in questa direzione: non avendo titolo questi insegnanti decadono e poi potranno essere ricollocati, sulla base delle graduatorie d’istituto. Purtroppo la Buona Scuola, che si proponeva di rimediare al precariato, ha più creato che risolto problemi. C’è stata una rincorsa alle Gae per via giudiziaria e con i provvedimenti cautelari si è dovuto procedere alle nomine, con riserva. Lo scenario è molto complicato: per gli insegnanti che lavorano da tempo e per la scuola. Vedremo come si comporterà il Ministero».

Per insegnare serve la laurea in Scienze della formazione, ma è stato confermato nel 2013 il valore abilitante del diploma magistrale conseguito entro il 2002. Questo ha indotto molti a far richiesta d’inserimento nelle Gae, che da permanenti sono diventate «ad esaurimento» nel 2007. È questo il nodo su cui si è focalizzata la sentenza: i ricorsi tardivi, arrivati dopo il 2007 e, per lo più, dal 2014 in poi. C’è chi prospetta adesso il ricorso alla Corte europea, con previsioni non a breve termine. Mentre una soluzione legislativa si allontana nel tempo, con il Parlamento in scadenza, c’è chi si sente sfiduciato e medita di cambiare lavoro. La protesta è già in calendario per l’8 gennaio, al ritorno dalle vacanze di Natale.

 

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