L'APPELLO
«Cancellate dal Festival pianistico il concerto del sostenitore di Putin»

Nel 2010 un riconoscimento di Stato da Medvedev al pianista Denis Matsuev - Foto © www.giornaledibrescia.it
«Cancellate i concerti del pianista amico e sostenitore di Putin». È l’appello contenuto in una lettera che è stata inviata (con data 3 febbraio 2023) dall’ambasciatore ucraino in Italia, Yaroslav Melnyk, all’indirizzo dei sindaci di Brescia e Bergamo, Emilio Del Bono e Giorgio Gori, del sovrintendente del Teatro Grande di Brescia Umberto Angelini e di Giorgio Berta, presidente della Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo.
Il pianista è Denis Matsuev, che secondo il programma della prossima edizione del Festival pianistico internazionale di Brescia e Bergamo, dovrebbe esibirsi il 24 maggio al Grande e il 27 al Donizetti, suonando musiche di Rachmaninov, Stravinskij e Prokof’ev. Matsuev, 47 anni, era già stato a Brescia nel 2006, applauditissimo solista in un entusiasmante concerto inaugurale del Festival, tenuto dall’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo sotto la direzione di Yuri Temirkanov. Questa volta, però, con abbondante anticipo sull’esibizione è arrivata la missiva che chiede «gentilmente di riconsiderare la vostra decisione».
La lettera
Scrive l’ambasciatore Melnyk, a proposito dei concerti in calendario: «Consideriamo questa scelta molto problematica e inappropriata dati i precedenti rapporti di Matsuev con il regime di Putin e la sua dubbia posizione in passato e durante l’attuale invasione russa dell’Ucraina. Nel 2014, il pianista ha firmato una lettera aperta di personalità della cultura russa a sostegno della politica di Putin nei confronti dell’Ucraina e dell’occupazione della Crimea. Matsuev è stato il confidente di Putin nelle ultime elezioni presidenziali e ha invitato i russi a sostenere "i cambiamenti di Putin" alla Costituzione della Federazione Russa che hanno azzerato i termini presidenziali di Putin consentendogli di candidarsi sia nel 2024 che nel 2030».
L’ambasciatore ricorda che «dopo lo scoppio della guerra russa su vasta scala contro l’Ucraina la Fondazione svizzera "Sergei Rachmaninoff" ha espulso Matsuev dal suo consiglio. In Lettonia, Matsuev, insieme alle altre figure culturali russe filo-Cremlino, è stato dichiarato persona non grata». La cultura, sottolinea Melnyk, «non può rimanere al di fuori della politica, soprattutto in tempo di guerra. Se la cultura fosse al di fuori della politica, come alcuni ancora credono, le figure culturali e scientifiche non avrebbero subito la repressione, come, ad esempio, è accaduto in passato a molti artisti ucraini, e la lingua ucraina non sarebbe stata bandita per 400 anni». Peraltro, prosegue la lettera inviata ai sindaci di Brescia e Bergamo, «ora la cultura è anche uno strumento chiave nella guerra ibrida russa. Ad esempio, il direttore del Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, Mykhailo Piotrovsky, nella sua intervista per Rossiyskaya Gazeta, ha osservato che per la Russia le sue esportazioni culturali sono più importanti delle importazioni, definendo gli eventi culturali russi all’estero una "operazione speciale" sul fronte culturale, un’offensiva culturale».
Insomma, ad avviso dell’ambasciatore «il sostegno e la diffusione della cultura russa non fa che rafforzare l’immagine del regime di Putin, giustifica i suoi innumerevoli crimini e le sue ambizioni imperiali. La Russia e le sue istituzioni culturali hanno uno scopo chiaro: creare cultura come arma per coprire e giustificare la guerra, la xenofobia, l’imperialismo e la propaganda».
L’appello
Melnyk si sofferma poi sull’anno di Bergamo e Brescia Capitale italiana della Cultura. «Queste città - scrive - sono state le più colpite dalla pandemia da Covid-19 e ora stanno rinascendo insieme attraverso la cultura. Durante il suo intervento all’inaugurazione il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha osservato: "La cultura è una grande ricchezza. Nasce dalla vita, dalla comunità, dalla natura che la ospita, e poi ritorna alle persone, alle generazioni successive, come linfa, come civiltà, come genio e valore". Quindi, dal punto di vista dell’etica, della moralità e dei valori umani universali, è inaccettabile dare oggi la parola a personaggi della cultura russa che sostengono la guerra della Russia contro l’Ucraina, di cui il popolo ucraino soffre da quasi un anno». Di più: «riteniamo che ignorare questi fatti e invitare Matsuev a esibirsi su importanti palcoscenici italiani sia inappropriato nelle condizioni attuali».
Da qui la richiesta di «annullare i concerti di Matsuev a Brescia e Bergamo e di interrompere ogni collaborazione con lui».
I precedenti
Una richiesta che ora si trova sulle scrivanie di Del Bono e Gori, Angelini e Berta, e certo farà discutere. Dall’inizio della guerra, esibizioni di Matsuev sono state cancellate in diversi teatri occidentali, come alla Vienna Konzerthaus, alla Philharmonie e al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi, alla Carnegie Hall di New York dov’erano previste tre date della tournée con i Wiener Philarmoniker. In Italia, proprio nei giorni scorsi un migliaio di persone hanno sottoscritto una petizione per chiedere di annullare il concerto del pianista russo in programma al Teatro Carlo Felice il prossimo 29 maggio.
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