Calovini (Centrodestra): «Le priorità? Caro bollette, tasse e lavoro»

Dirigente di Fratelli d'Italia a livello nazionale, è candidato all'uninominale nel collegio Lombardia 3-U05
Giangiacomo Calovini, Fratelli d'Italia - Foto © www.giornaledibrescia.it
Giangiacomo Calovini, Fratelli d'Italia - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Il suo nome è legato allo stesso partito nel quale ha sempre militato fin da ragazzo. Per Giangiacomo Calovini, 40 anni, dopo l’esperienza tra i banchi dell’opposizione in Consiglio comunale a Brescia e quella di assistente parlamentare, a settembre potrebbero aprirsi le porte della Camera come unico bresciano a Montecitorio in quota Fratelli d’Italia, di cui è anche dirigente a livello nazionale.

La sua è stata una delle candidature a sorpresa in un collegio uninominale. Come è nata?

«Voglio innanzitutto ringraziare l'intero partito per avermi dato questa opportunità e in particolare Giorgia Meloni, la cui fiducia mi ripaga anche dell'amarezza che ho provato in questi mesi dopo l'apertura di un'inchiesta a mio carico. Il nostro coordinatore Giampietro Maffoni, con il quale ho avuto l'onore di collaborare in questi anni al Senato, aveva inviato a Roma molti altri nomi di dirigenti validissimi. Credo che a mio favore abbia giocato non solo la presenza sul territorio ma anche il supporto che ho sempre fornito a Giorgia Meloni e al partito nelle relazioni internazionali, che saranno sempre più centrali nell'agenda del prossimo governo».

Quello di Desenzano è considerato dal centrodestra un collegio blindato. Quale è il suo impegno per questo territorio?

«Si tratta di un collegio di 46 comuni che, pur essendo stato denominato "Desenzano", ha soltanto alcuni comuni della zona del lago e poi comprende molto della bassa bresciana e parte della Franciacorta. Le tre tematiche su cui vorrei concentrarmi sono: l'aiuto alle tante imprese che vivono un periodo difficile, il rilancio del settore agricolo duramente colpito dalla siccità dei mesi scorsi ed il rafforzamento del turismo, nella zona del Garda ma non solo».

Quali devono essere invece le priorità del prossimo governo?

«È chiaro a tutti che purtroppo il lavoro del prossimo Governo sarà condizionato da un quadro estremamente incerto dovuto ad una serie di fattori esterni, a partire dalla guerra in Ucraina. Basti pensare all'emergenza legata al costo dell'energia che sta portando la nazione verso un'inflazione molto elevata non accompagnata dall'aumento dei consumi. In questo quadro è importante destinare le risorse disponibili al taglio delle tasse sul lavoro, aumentando il potere d'acquisto dei lavoratori e sostenendo le imprese che assumono. Senza dimenticare la necessità di riportare ordine nelle nostre città e di frenare l'immigrazione incontrollata».

A proposito della crisi energetica che rischia di mettere in ginocchio, tra qualche settimana ancor più di oggi, famiglie e aziende. Quale è la soluzione?

«Serve un intervento immediato del governo sulle bollette. Ma sul lungo termine servirà una vera politica energetica italiana ed europea che da decenni manca. Occorre però un approccio all'ambiente "non ideologico ma logico", capace di coniugare il doveroso rispetto dell'ambiente con le esigenze dell'impresa e del lavoro. Per raggiungere un'indipendenza energetica bisogna fare scelte ponderate ma coraggiose, altrimenti si rischia solo di rincorrere una demagogia pseudo-ambientalista che la sinistra ha perpetrato in tutti questi anni. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti».

Sul fronte estero: il centrodestra è davvero compatto al fianco dell'Ucraina in una posizione europeista?

«La posizione di Fratelli d'Italia è stata chiara sin dal primo istante nell'essere a fianco dell'Ucraina. L'invasione russa è inaccettabile sul piano del diritto internazionale ed è stato un bene che l'Europa e l'occidente abbiano fatto quadrato a fianco di Kiev. In politica estera Fratelli d'Italia ha ribadito la sua salda collocazione europea e atlantica. E anche i nostri alleati hanno votato i provvedimenti sull'Ucraina e il si a Svezia e Finlandia nella Nato. Mi pare che i problemi li abbia Letta, con Fratoianni anti-Nato e Di Maio che ha aperto, candidato nelle liste del Partito Democratico, sia colui che per mesi ha visto in Pechino la nuova stella polare».

Nel centrodestra è stato toccato il tema del presidenzialismo. Idea concreta?

«Certo che lo è. È una storica battaglia che di fatto vorrebbe valutare la possibilità di modificare un assetto istituzionale che ha oltre 70 anni e che porterebbe gli italiani a far si che possano scegliere il proprio Presidente come avviene in democrazie compiute quali ad esempio gli Usa e la Francia».

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