Caffaro, gli indagati: «I bresciani possono stare tranquilli»

Lo hanno detto, per voce del loro avvocato Davide Steccanella, i tre amministratori dell'azienda sequestrata nei giorni scorsi dalla procura
  • L'interrogatorio dei dirigenti della Caffaro è durato tre ore
    L'interrogatorio dei dirigenti della Caffaro è durato tre ore
  • L'interrogatorio dei dirigenti della Caffaro è durato tre ore
    L'interrogatorio dei dirigenti della Caffaro è durato tre ore
  • L'interrogatorio dei dirigenti della Caffaro è durato tre ore
    L'interrogatorio dei dirigenti della Caffaro è durato tre ore
  • L'interrogatorio dei dirigenti della Caffaro è durato tre ore
    L'interrogatorio dei dirigenti della Caffaro è durato tre ore
  • L'interrogatorio dei dirigenti della Caffaro è durato tre ore
    L'interrogatorio dei dirigenti della Caffaro è durato tre ore
AA

«Abbiamo risposto alle domande e chiarito la nostra posizione. La fase è delicata ma i cittadini bresciani possono stare tranquilli». Lo ha detto l’avvocato Davide Steccanella, il legale dei tre amministratori della Caffaro di Brescia, sequestrata nei giorni scorsi dalla procura.

Il rappresentante legale Alessandro Quadrelli, il direttore dello stabilimento Alessandro Francesconi e il presidente del consiglio d'amministrazione Donato Antonio Todisco sono accusati di inquinamento ambientale e disastro ambientale e sono stati raggiunti dalla misura di sospensione dall’attività.

Questa mattina per tre ore hanno risposto alle domande del gip di Brescia Alessandra Sabatucci.

Nel frattempo, resta in sospeso la questione di chi si occuperà, praticamente, di mantenere in funzione quella barriera idraulica che tenta di fare da «filtro» ai veleni. Un'operazione necessaria, per evitare che l'inquinamento si aggravi ulteriormente in falda, terreni e acque sotterranee. I 36 lavoratori della Caffaro, che sospenderanno la loro attività dal 1° aprile, al momento sono gli unici che presidiano il funzionamento dei macchinari per l'estrazione di acqua da falde sotterranee.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia