Bus e metro, via libera agli aumenti: «Ma servono più fondi pubblici»

L’appello degli enti locali perché il bacino bresciano non sia più sottofinanziato. Ecco a quanto ammontano i rincari nel Bresciano
BUS E METRO, +14% SUI BIGLIETTI
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Il via libera all’aumento delle tariffe del trasporto pubblico ia Brescia e provincia dal primo settembre e la richiesta unanime di più risorse statali per continuare a garantire un servizio adeguato al bacino bresciano. Sono le due deliberazioni prese dall’assemblea dei soci dell’Agenzia del Tpl (40% Comune di Brescia, 40% Provincia, 10% Regione, 5% Comune di Nave e 5% quello di Rodengo Saiano).

Un atto amministrativo e uno più politico, che si accompagnano a due esigenze: migliorare la qualità del servizio su alcune tratte critiche (basti pensare ai disagi durante l’anno scolastico in alcune aree della Bassa e della Valtrompia) e contrastare l’evasione (sulle corriere extraurbane i «portoghesi» sfiorano il 30%). Andiamo con ordine.

I rincari

Confermati gli aumenti annunciati nei giorni scorsi dal Comune di Brescia (autobus e metropolitana) e dalla Provincia (corriere), che hanno deciso di non coprire più, come invece fatto in passato, i ritocchi annuali stabiliti per legge dalla Regione. Cominciamo dalla città. Gli incrementi sono mediamente del 14%. Trenta centesimi il biglietto giornaliero che passa da 1,40 a 1,70 euro (+20%); 0,80/1 euro per i giornalieri; 2 euro per i tesserini da 10 corse, 12 corse special e i settimanali; 4 euro per gli abbonamenti mensili; tra i 10 e i 18 euro per gli abbonamenti annuali (oggi pari a 285 euro), con un rincaro del 5%. Non ci saranno aumenti per gli over 60.

Vediamo, invece, le linee extraurbane. La Provincia ha stabilito di mantenere inalterati gli abbonamenti annuali, ritoccando quelli settimanali (nelle tratte più lunghe intorno ai cinque euro) e mensili (meno di venti euro), nonché i ticket giornalieri (circa un euro).

La Provincia

«La nostra scelta - spiega Giacomo Zobbio, consigliere provinciale con delega al Tpl - è stata di premiare l’utenza fidelizzata. Vogliamo incentivare gli abbonamenti annuali». L’idea è recuperare quella parte di viaggiatori che, complice il Covid, si è abituata ad acquistare il mensile o il settimanale. L’aumento dovrebbe rendere sconveniente questa abitudine a favore della scelta annuale. Il rincaro del biglietto giornaliero, invece, oltre ad impattare poco sul portafoglio, ha lo scopo di scoraggiare i «portoghesi». «È strategico per la lotta ai furbetti - dice Zobbio - che però deve essere affiancata da maggiori controlli da parte del gestore». La società Arriva, fra il settembre 2022 e il febbraio 2023, aveva calcolato un’evasione che sfiorava il 30%. Da settembre, con il ritorno degli studenti (principali sospettati), saranno intensificati i controlli.

Nei prossimi giorni il Consiglio di amministrazione dell’Agenzia del Tpl dovrà rendere operativi gli adeguamenti decisi dall’assemblea. I rincari sono stabiliti annualmente in base all’inflazione, ma gli utenti sperano ovviamente che ci sia anche un miglioramento dell’efficienza. «È opinione condivisa dai soci del Tlp - riconosce Zobbio - che il gestore debba fare meglio». I rincari «incentivano gli operatori ad alzare la qualità». Anche per mantenere i vecchi utenti e conquistarne di nuovi.

Un lavoro sulla qualità

«Stiamo cercando di intervenire su alcune carenze strutturali», annuncia il presidente dell’Agenzia Tpl, Giancarlo Gentilini. «Pensiamo di introdurre miglioramenti in zone dove si sono riscontrati i maggiori disagi». Lo sguardo è rivolto a settembre, con la riapertura delle scuole. Uno dei problemi principali riguarda il personale, vale a dire la disponibilità di autisti. Non c’è ricambio generazionale.

Ieri i soci dell’Agenzia hanno condiviso un documento che chiede più fondi per il trasporto locale bresciano. Dopo anni di stasi, la legge di Stabilità 2022 del governo Meloni destina al Fondo nazionale trasporti cospicue risorse aggiuntive: cento milioni per il 2022, duecento per il 2023, trecento per il 2024, quattrocento per il 2025 e mezzo milioni per il 2026. La Lombardia, si legge nella nota, nonostante i «non soddisfacenti criteri di riparto nazionale che hanno finora premiato le Regioni non virtuose», ha ottenuto 17 milioni in più per il 2022; che diventeranno 34 (2023), 51 (2024), 68 (2025) e 85 (2026). Brescia è da sempre sottofinanziata: con il 12,5% della popolazione e l’11% di servizio offerto riceve il 9% del contributo regionale.

I fondi

Gli enti locali chiedono che il riparto delle risorse aggiuntive statali destinate alla Regione contribuiscano «a ridurre, se non a eliminare, il sottofinanziamento strutturale». L’arrivo di più risorse, tuttavia, «è una condizione necessaria ma non sufficiente per un salto di qualità del servizio, stanti le problematiche legate al reperimento» degli autisti.

Il documento, sottolinea il vice sindaco di Brescia, Federico Manzoni, «è un atto politico importante. Serve uno sforzo corale per ottenere più fondi, che adesso ci sono. Speriamo arrivino sul nostro territorio. Sono necessari per continuare a mantenere alta la qualità del servizio. Il Comune di Brescia non intende arretrare da questo punto di vista. I rincari che abbiamo deciso servono proprio a garantire un servizio adeguato».

Ieri la Giunta regionale ha approvato una delibera che innalza gli indicatori di qualità per le Aziende del Tpl lombarde che intendono aumentare le tariffe. Dal settembre 2024, afferma l’assessore Franco Lucente, «si terranno in considerazione parametri più stringenti per quanto riguarda la puntualità, la frequenza e la regolarità del servizio e la coincidenza tra mezzi». Polemico il consigliere regionale Emilio Del Bono (Pd): «È ora che la Regione metta le risorse per il trasporto pubblico locale, perché è una sua competenza esclusiva. Senza soldi non si garantiscono i servizi, che significa che le aziende saranno costrette ad aumentare le tariffe e a tagliare le corse».  

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