Buonanno dopo l'arresto del figlio: «Nessuna incompatibilità»

Il procuratore capo Tommaso Buonanno, dopo l'arresto per rapina del figlio Gianmarco, esclude profili di incompatibilità ambientale
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«Sarò in ferie per qualche giorno, per stare in famiglia, vicino a mio figlio. Non certo per sottrarmi a responsabilità che non ho». L’indomani la notizia dell’arresto per rapina a mano armata di suo figlio Gianmarco, avvenuta in supermercato di Zogno in provincia di Bergamo il 31 gennaio scorso, il procuratore della Repubblica di Brescia Tommaso Buonanno esclude dal campo delle ipotesi quella che di lasciare il suo ufficio.

«Siamo in uno stato di diritto e mi pare di poter dire che la responsabilità penale è personale: toccherà a mio figlio rispondere dei fatti che gli sono contestati. Peraltro l’indagine - dice il procuratore bresciano - è della Procura di Bergamo, pertanto tenderei ad escludere profili di incompatibilità ambientale».

Buonanno non ha gradito il trattamento riservato dagli organi di informazione alla notizia dell’arresto del figlio. «È stato penalizzato lui perché è il figlio di un procuratore - ha detto - ma sono stato penalizzato anche io. Il mio nome e la mia fotografia sono stati sbattuti in prima pagina, anche se non ho fatto nulla».

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