Bufera in Regione: chiesto l'arresto di Ponzoni

Massimo Ponzoni (Pdl), ex assessore ed ora consigliere e segretario dell'ufficio di presidenza, è accusato di bancarotta fraudolenta.
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Una nuova bufera si abbatte sulla Regione Lombardia. Sempre in quell'ufficio di presidenza del Consiglio regionale che è stato decimato dalle dimissioni di Filippo Penati del Pd e Franco Nicoli Cristiani, arrestato lo scorso 30 novembre con l'accusa di corruzione. Ora tocca al pidiellino Massimo Ponzoni, ex assessore alla Protezione civile ed oggi consigliere e segretario dell'ufficio di Presidenza del Consiglio accusato di bancarotta fraudolenta, per il quale è stata chiesta la custodia in carcere. Ponzoni si trova al momento all'estero "per motivi di lavoro".

Tutto si intreccia perché oggi il Consiglio regionale, in cui il dibattito sarà dedicato alla situazione carceri fortemente voluto dal consigliere bresciano del Pd Gian Antonio Girelli, ha all'ordine del giorno l'elezione del successore di Nicoli Cristiani alla carica di vicepresidente del Consiglio: un voto che sarebbe in bilico fino all'ultimo considerata la delicatezza del momento e la nuova vicenda giudiziaria emersa ieri. Ma il presidente del Consiglio, il leghista Davide Boni, vuole a tutti i costi un voto dall'aula: «Si vota», dichiara senza esitazioni. Nell'ultimo mese la candidata per questo ruolo era parsa la bresciana Margherita Peroni, ma in una riunione del gruppo regionale del Pdl di ieri si è deciso all'unanimità di candidare Riccardo Saffioti, attuale presidente della Commissione agricoltura. Alla Peroni è stato chiesto di restare alla guida della Commissione sanità come: «Il presidente Formigoni - spiega l'interessata - mi ha chiesto di restare alla guida della Commissione, ci sono partite troppo importanti, dai tagli al welfare al caso San Raffaele. Io stessa a metà dicembre ho deciso di prendere tempo per la nomina all'ufficio di presidenza, perché ritengo che oggi la Commissione Sanità sia fondamentale».
Per Margherita Peroni, tuttavia, si profila un posto da assessore entro aprile, quando Formigoni dovrà fare spazio in Giunta ad una nuova donna, così come stabilisce l'ordinanza della V Sezione del Consiglio di Stato dell'11 gennaio scorso. Palazzo Spada, infatti, ha accolto il ricorso fatto dall'associazione «Articolo 51» (che venne respinta invece dal Tar della Lombardia) sul rispetto delle quote rosa per la Giunta lombarda fissando l'udienza per il 17 aprile. Entro quella data Formigoni dovrebbe nominare la Peroni assessore, le deleghe si sapranno solo più avanti.

Tornando poi alla questione Nicoli Cristiani ed alla richiesta dei suoi legali sul riconoscimento del vitalizio, l'iter è passato in secondo piano, anche perché nella situazione di un ufficio di presidenza del Consiglio dimezzato (ancora vacanti i posti di Nicoli Cristiani e presto forse quello di Ponzoni) i due rappresentanti del Pd, Sara Valmaggi e Carlo Spreafico hanno chiesto al presidente Davide Boni di rinviare le riunioni a quando tutte le «caselle» saranno rioccupate. In realtà sulla vicenda del vitalizio dell'ex vicepresidente del Consiglio regionale, agli uffici è stato chiesto, come ha detto chiaramente lo stesso Boni, di lavorare per cercare di confermare la stessa impostazione applicata al Tfr con il «fermo amministrativo». Ma per ora nessuna decisione ufficiale è stata presa.
Intanto oggi il Consiglio regionale si riunisce, l'atmosfera di certo sarà incandescente: Formigoni ha definito le «opposizioni come dei corvi», il Pd chiede il ritorno alle urne.
Carlo Muzzi

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