«Bresciani sereni, promosso il lavoro delle forze dell'ordine»

Il questore: «Lavorare sulla percezione di sicurezza». Il prefetto: «Un protocollo sul controllo di vicinato»
AA

Brescia «promossa», o almeno «non bocciata», sul tema della sicurezza e dell’immigrazione. Questa la lettura dei dati usciti dal sondaggio condotto da Ipsos per il nostro giornale fatta dal questore Vincenzo Ciarambino e dal prefetto Annunziato Vardè.

Un bilancio positivo, soprattutto se raffrontato alla sensibilità a livello nazionale su temi certamente «caldi». Un riconoscimento per il lavoro fatto - sottolineano entrambi -, e uno stimolo a operare per migliorare la «percezione» negativa che parte della popolazione ha in questi ambiti. Anche con strumenti che vanno nella direzione della maggiore integrazione e della sicurezza partecipata.

«Il 9 maggio firmeremo un protocollo con dodici Comuni (non c’è Brescia ma l’accordo è aperto ad ulteriori adesioni) per il rafforzamento dei progetti di controllo di vicinato - spiega il prefetto Vardè - convinti che sia uno strumento utile per aumentare la percezione di sicurezza. Il 2 maggio firmeremo invece un protocollo quadro con il Comune di Brescia e il Forum del terzo settore per implementare l’impiego di richiedenti asilo per lavori socialmente utili».

L’analisi. «I dati colpiscono positivamente - commenta il questore Ciarambino - ed esprimono l’apprezzamento per ciò che è stato fatto in termini di sicurezza. La percentuale di chi ritiene sicurezza e immigrazione problemi e priorità da affrontare non è altissima, tenendo conto che il tessuto sociale bresciano è particolare, con una percentuale di immigrati molto più alta che nel resto dell’Italia».

Se un bresciano su due ritiene che la sicurezza sia peggiorata o sia rimasta un problema, «la percezione coinvolge una gradazione ampia di temi, dal degrado urbano all’illuminazione, alla custodia e al controllo dei parchi e di altri luoghi. Si può far sempre meglio per migliorare questa percezione».

I dati del sondaggio «sono confortanti sul tema sensibile dell’immigrazione, che non riscuote molto favore a livello nazionale - sottolinea il prefetto -. In particolare quel 7% di differenza tra chi ritiene che l’immigrazione sia un bene per l’economia (42%) e chi ritiene che non sia così (49%) non è molto accentuato:significa comunque un riconoscimento che immigrazione ha aiutato l’economia bresciana, percezione che risponde alla realtà dei fatti».

«Per il resto non rilevo eccessive sorprese rispetto ai sentimenti nazionali - prosegue Vard -. Anzi, a livello italiano la preoccupazione sul tema dell’immigrazione è superiore rispetto a Brescia (17% rispetto al 15%, ndr). Anche quel 19% in meno tra chi ritiene che gli immigrati sottraggano lavoro ai bresciani, e chi non la pensa così, conferma che gli stranieri fanno mestieri che i bresciani non vogliono».

Criminalità. Un simile ragionamento può essere fatto anche sul tema della criminalità. «I dati ci incoraggiano nel nostro lavoro di gestione della sicurezza: i risultati ci sono e sono percepibili, è confortante che la sicurezza sia vista come priorità da una percentuale di cittadini inferiore alla media nazionale. Mi sorprende invece quel 4% in più di bresciani che ritengono peggiorata la situazione, percezione che non è allineata agli effettivi risultati e alle statistiche sulla delittuosità, in calo rispetto allo scorso anno.

Dobbiamo tenerne conto - conclude il prefetto - per rendere più visibili i servizi offerti e i risultati ottenuti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia