Brescia fiorisce con le Giornate di Primavera del Fai

Domani e domenica sono 38 i luoghi da scoprire tra città e provincia nelle giornate dedicate ai personaggi che hanno fatto grande Brescia
Una delle passate edizioni delle Giornate di primavera del Fai - Foto Pierre Putelli/Neg © www.giornaledibrescia.it
Una delle passate edizioni delle Giornate di primavera del Fai - Foto Pierre Putelli/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Le visite organizzate dal Fai, Fondo per l’ambiente italiano, partono, nella nuova edizione primaverile, dai personaggi che hanno fatto grande Brescia e la sua provincia per scoprire i luoghi che ne esaltano ancor oggi l’opera e la vita. Per due giorni, domani e domenica e 24 marzo, le porte del passato si aprono ai cittadini, rendendo così possibile ammirare alcuni luoghi significativi della nostra storia. 

La meraviglia va oltre il visibile per dare stimoli nuovi, svelare speranze nascoste, risvegliare aspirazioni e curiosità addormentate, e promuove una presa di coscienza verso beni che ci appartengono e al contempo rappresentano una realtà del presente. Tra città e provincia saranno 38 i luoghi aperti per tutto il weekend - si tratta dell’offerta più ricca in Lombardia - nell’ambito della ventisettesima edizione delle Giornate Fai di primavera, manifestazione che anche quest’anno spalancherà le porte di palazzi dove le grandi famiglie bresciane hanno creato il loro patrimonio e i protagonisti di altre epoche hanno disegnato il destino di intere comunità e nazioni. 

«Prendendo spunto dalla santificazione di papa Paolo VI - ha spiegato Federica Martinelli, capo delegazione Fai di Brescia -, abbiamo deciso di presentare alcuni dei personaggi che hanno fatto grande la nostra terra, dando visibilità a persone che si sono distinte in ogni campo: dall’ambito religioso alle scienze, dalla medicina alla finanza, dalla cultura alla politica, fino all’imprenditoria».

In città saranno aperti alle visite palazzo Materossi già Fè d’Ostiani in corso Matteotti e la Biblioteca di storia delle scienze Viganò dell’Università Cattolica, palazzo Martinengo Villagana in corso Martiri della Libertà e la Casa Madre delle Suore Ancelle in via Moretto; ancora: la Camera di Commercio, edificio degli anni Cinquanta, ma con forte identità architettonica; Casa Sant’Angela e l’Istituto delle Figlie del Sacro Cuore di via Martinengo da Barco. Né poteva mancare l’Istituto Pastori che nella sua intitolazione al grande studioso di agraria porta la ragione della visita. Per finire, in città si terrà la prima, nel salone Vanvitelliano della Loggia, dell’artista Daniela Ziletti che propone la sua creazione «Millepiume», opera scenografica realizzata con centinaia di cravatte. 

In provincia, Concesio è in primo piano con i luoghi del Santo Papa Paolo VI (Casa natale, Fonte battesimale e collezione d’arte). Ma ci sono anche Leno (monastero e chiesa campestre) e Montichiari (Museo Lechi), Calvagese della Riviera (Scuderie di palazzo Sorlini), Lonato (Casa del Podestà) e Salò (Sale Vantiniane di palazzo municipale). 

Spostandosi sulla sponda bergamasca del lago d’Iseo, a Lovere sono in programma otto mete che illustrano il percorso «Il Conte, Milady e i Cavalieri».

Due personaggi del secolo scorso, che hanno dato (e continuano a dare) lustro alla Valcamonica, saranno invece protagonisti delle Giornate di in salsa camuna: Giuseppe Tovini e Camillo Golgi. Nel loro nome sarà possibile, il 23 e 24 marzo prossimi, scoprire le bellezze dei loro paesi natali, ovvero Cividate e Corteno. Grazie all’impegno di oltre un centinaio di volontari, la maggior parte giovani sotto i 35 anni, saranno aperti dieci beni, alcuni dei quali delle vere e proprie primizie, finora sconosciute al grande pubblico, come la cividatese Casa Tovini, situata nel cuore del paese. Sarà visitabile con le guide del Fai insieme a Villa Malaguzzi, altra perla chiusa al pubblico, alla chiesa di Santo Stefano, alla Torre medievale Federici, al museo archeologico e al parco del teatro e dell’anfiteatro romano. A Corteno, invece, saranno aperti - con visite a cura dei volontari Fai e della proloco - la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, la chiesetta di San Martino Franco, la via Golgi dei personaggi famosi e il Museo di Camillo Golgi.

Un piccolo esercito ha lavorato all’organizzazione: 274 volontari Fai, più della metà giovani under 35, 36 mediatori culturali, provenienti da 21 paesi diversi, 454 apprendisti ciceroni di 17 scuole superiori. Una grande partecipazione che dà il segno di una sensibile attenzione al patrimonio del nostro territorio.

 

 

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