«Boom» di distributori no logo: a Brescia sono 50

La nostra provincia è ai primi posti in Italia per numero dei distributori di carburante «no logo»: nel Paese ce ne sono attualmente 2.764, a Brescia 48, quindi l'1,8% delle stazioni di servizio figlie della liberalizzazione è sul nostro territorio.
Il dato non è assolutamente da sottovalutare, anche in ragione del fatto che le aree di rifornimento senza bandiera hanno conosciuto un ulteriore boom negli ultimi 12 mesi. A marzo 2012 erano una trentina, adesso sono 18 in più, calcolado anche i 10 distributori con marchio Ies e i «no logo» per ora «spariti» da Marmentino, Capovalle e Pontevico, come segnalato dal sito specializzato www.pompebianche.it.
Il motivo del successo? In primo luogo la crisi, con i consumatori sempre più attenti al prezzo, sempre meno fidelizzati ed attirati dalle promozioni che questi distributori «liberi» mettono in atto. Non si parla solamente di prezzi vantaggiosi: alla Auchan di Molinetto di Mazzano, ad esempio, con il pieno si può ottenere un buono sconto del valore di 5 euro spendibile nel supermercato all'interno del centro commerciale il Triangolo.
Sono soprattutto i distributori legati ai marchi della grande distribuzione a praticare prezzi assolutamente concorrenziali (oltre all'Auchan, c'è l'arcinota IperStation del Leone di Lonato) che consentono di spendere anche 3-4 euro in meno sul pieno di un'utilitaria. La rapida espansione del fenomeno, tuttavia, sta generando un effetto domino che costringe anche gli altri benzinai indipendenti (e pure le compagnie tradizionali con i loro impianti) ad abbassare i prezzi. Ieri all'IperStation, ad esempio, la senza piombo costava 1,675 ed il diesel 1,559, mentre all'Auchan ed in altri «no logo» si viaggiava su 1,699 e 1,599.
Diffidenza? Qualcuno ancora storce il naso, chiedendosi se in effetti il carburante venduto in questi distributori sia di qualità. La risposta è «dipende», esattamente come avviene in tutti gli altri distributori: spesso la benzina arriva dallo stesso produttore, ma la maggiore libertà gestionale concessa ai «bianchi» contribuisce ad abbassare il prezzo. Inoltre, nel nostro Paese non c'è purtroppo un ente che vigila sulla qualità del carburante venduto.
Mentre in fenomeno stenta a decollare in città, nell'Est della provincia i distributori senza bandiera fioriscono. Nell'ultimo anno sono dodici quelli sorti tra Bedizzole, Lonato, Montichiari ed il Garda. E il primato spetta proprio al Comune monteclarense, dove ora ci sono cinque benzinai «no logo» su un totale di sedici: praticamente un terzo. È questo il futuro? Forse sì, anche considerando che proprio una settimana fa il Tribunale di Varese, primo in Italia, ha parlato di «speculazione sul prezzo della benzina effettuato dalle grandi compagnie petrolifere».
Fabio Tonesi
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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