Biblioteca delle cose, una lezione di fai-da-te

In prestito, a disposizione di chi si iscrive e a sua volta condivide qualcosa, vi sono cose e attrezzi di vario genere
La logica del riuso: è quella su cui si basa la Biblioteca degli oggetti - © www.giornaledibrescia.it
La logica del riuso: è quella su cui si basa la Biblioteca degli oggetti - © www.giornaledibrescia.it
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A volte sommovimenti, all’apparenza poco visibili, segnano il cambio di «stagione» culturale, o almeno di una tendenza. Ora, senza enfasi particolari, tra questi si può annoverare il diffondersi delle «biblioteche degli oggetti». L’ultima è nata proprio in via Milano 65 a Brescia - prima in città e provincia - tre settimane fa. L’idea ha tutte le sembianze dell’«uovo di Colombo», ricalcando esattamente la funzione di una qualsiasi biblioteca di libri. Solo che invece di questi, in prestito a disposizione di chi si iscrive e a sua volta condivide qualcosa, vi sono cose e attrezzi di vario genere (un centinaio in catalogo a Brescia): da piccoli elettrodomestici ai trapani per lavoretti in casa. Ma perché non ci abbiamo pensato prima?

C’è stato - e forse continua ancora - un periodo in cui gli italiani si sono dati «anima e core» al fai-da-te tra le mure domestiche e nei giardini attigui. Passione sollecitata forse dalla nostalgia del buon tempo andato, di quando nelle nostre case far da sé pane e pasta era consueto e l’usa-e-getta non era abitudine. Ma in tanti, dopo essersi muniti di tutto e di più, quegli attrezzi ed oggetti li hanno usati una tantum. Oggi, in tempi di sostenibilità - e quindi di utilizzo ecologicamente compatibile delle risorse in senso lato - ma anche di rincari e di carenza di liquidità - qualche opportuna spinta alla sobrietà si è fatta strada. E poi il «far rete» passando da una biblioteca sui generis, aiuta a riscoprire anche quella dimensione di condivisione e socialità che se non risolve tutti i problemi, perlomeno ne può lenire qualche asprezza.

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