Battesimo con spaccata alla sala slot di via Zara

La Admiral club è stata aperta lo scorso 20 febbraio. Ieri notte alle 4 i ladri hanno infranto una vetrata sul retro.
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Aperta da sei giorni. E già «visitata» dai ladri. Con tanto di spaccata messa a punto da chi, alle 4 di ieri notte, ha infranto una vetrata laterale ed è entrato nella sala slot «Admiral club» di via Zara 66. Bottino: alcune migliaia di euro contenuti in un cambiamonete che i malfattori sono riusciti a portarsi via, caricandolo su un furgone. Per mandare in frantumi lo spesso vetro laterale che si affaccia sullo scivolo che porta ai garage del piccolo centro commerciale, i ladri devono aver utilizzato un martello. Quindi una volta all'interno della sala climatizzata e con morbida moquette sul pavimento, si sono dati da fare con un cambiamonete, facendo cadere a terra una slot machine e danneggiandola, senza però svuotarla.

Tre, secondo quanto avrebbe visto un testimone, gli uomini incappucciati che sono poi fuggiti su un furgone. La vetrata che è stata mandata in frantumi, all'interno della sala slot, è coperta da una tenda. Facile pensare che i ladri prima di entrare in azione avessero fatto un sopralluogo, mettendosi seduti a giocare ad una delle macchinette, riuscendo così a memorizzare dettagli utili per poi mettere a segno il successivo furto.

L'allarme della sala slot è comunque scattato e una manciata di minuti dopo le 4 anche il gestore della Admiral club è stato svegliato ed è dovuto intervenire in via Zara. Insieme a lui anche una pattuglia della Volante della Polizia che ha effettuato un sopralluogo. Da anni ormai le macchinette sono nel mirino di ladri e rapinatori. All'inizio dell'anno, una sala giochi era stata presa di mira a Bedizzole. Due settimane dopo una rapina a segno in un'altra sala giochi a Gavardo. Senza contare i bar che ogni notte subiscono furti e danneggiamenti da parte di malviventi che tagliano serrande e forzano finestre pur di entrare negli esercizi e portarsi via monete e banconote delle slot.

Daniela Zorat

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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