Azzerato il cromo VI nei rubinetti, ora la priorità è la falda

Il rapporto dell'osservatorio Acqua bene comune mostra i risultati sui pozzi trattati da A2A, ma bisogna intervenire sulle fonti inquinanti
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Quattro milioni di euro di investimento hanno portato all’azzeramento del cromo esavalente nell’acqua che esce dai rubinetti di Brescia: i livelli sono inferiori ai due milligrammi per litro. 

L’intervento è stato condotto da A2A su indicazione della Loggia, dopo che l’allarme inquinamento aveva tenuto banco nel 2014.

 

I dati sono contenuti nel rapporto dell'osservatorio Acqua bene comune. Oggi l’approvvigionamento della città è assicurato da tre sorgenti e 41 pozzi: i controlli di Asl e A2A fino al 2014 mostravano la presenza di cromo VI, sostanza cancerogena per inalazione, in ben 26 fontanelle. Il trattamento messo in campo prevede la trasformazione del cromo da esavalente in trivalente attraverso il solfato ferroso. Successivamente, l’acqua viene filtrata con carboni attivi.

Resta comunque grave la situazione della falda, pesantemente inquinata da fonti che continuano a immettere veleni, come dimostra il recente studio dell'Arpa. Veleni che rappresentano un pericolo per la salute, ma anche un costo per tutti i cittadini, visto che la depurazione ha un prezzo non indifferente, come dimostra il caso cromo.

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