Autotrasportatori, qualcosa si muove sul nodo Brennero

Il ministro Salvini ha detto al Brixia Forum di essersi rivolto alla Corte di Strasburgo per chiedere la rimozione dei divieti notturni
Tra i problemi evidenziati dagli autotrasportatori c'è il passaggio al Brennero
Tra i problemi evidenziati dagli autotrasportatori c'è il passaggio al Brennero
AA

Qualcosa si sta muovendo sul nodo dell’accesso al Brennero per gli autotrasportatori. Lo assicura il ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini, che nel videomessaggio rivolto all’Assemblea generale della Fai Brescia svoltasi al Brixia Forum riferisce della richiesta di aprire una procedura di infrazione in materia: «Ho più volte sollecitato il governo austriaco - afferma - sulla rimozione degli inaccettabili divieti notturni, che alimentano una concorrenza sleale, senza ricevere risposta. Ora abbiamo deciso di ricorrere alla Corte di Strasburgo contro un altro Stato membro, che vìola il principio comunitario della libera circolazione delle merci e delle persone».

La questione dei valichi alpini è in primo piano per gli autotrasportatori, ma nondimeno sul piatto ci sono la fragilità del sistema infrastrutturale e i correttivi da introdurre per salvaguardare la competitività dell’intero Paese; un «no» al full electric e a una transizione energetica che non sia sostenibile anche dal punto di vista economico-sociale e, ancora, la carenza della manodopera e un rilancio di attrattività per la categoria verso le nuove generazioni.

«Ci sentiamo servitori, al servizio del sistema economico; lo siamo stati nella pandemia e continuiamo a esserlo tutti i giorni, anche se spesso il nostro ruolo non viene riconosciuto» ha sottolineato il presidente della Fai Brescia (2.400 aziende, 25.000 addetti) Sergio Piardi, affiancato dal past president Antonio Petrogalli e dalla segretaria Giuseppina Mussetola, alla quale è stato rivolto un pubblico ringraziamento da parte della segreteria generale, rappresentata da Carlotta Caponi, per la grande e generosa attività svolta.

Piardi ha toccato anche il tasto della formazione (che gravita attorno all’Istituto «Mario Remondini», per cui è intervenuto il presidente Giorgio Colato).

La madre, per così dire, di tutte le partite, resta quella delle infrastrutture, come rilevato anche dai numerosi ospiti istituzionali, dalla consigliera regionale Claudia Carzeri al consigliere provinciale Paolo Fontana ( contributo da remoto dell’assessore Giorgio Maione); il vicesindaco Federico Manzoni, il parlamentare bresciano Giacomo Calovini e il presidente della Cdc, Roberto Saccone. Nella tavola rotonda, l’on. Massimiliano Salini si è soffermato sullo stato dell’arte delle politiche europee: «Siamo riusciti a far inserire la definizione di “carburanti neutri”, che tiene conto dell’intero ciclo di vita del carburante stesso». «Qualcuno in Europa - ha chiesto Franco Fenoglio, del cda Italferr Roma - ha fatto un business plan di ciò che comporterà nella pratica la dismissione del motore termico al 2035?».

«Paghiamo le conseguenze di scelte fatte nel passato» ha rimarcato il presidente Fai nazionale, Paolo Uggé, a proposito dei blocchi nel trasporto merci verso l’Austria. Considerato poi, è la nota di Fabrizio Palenzona, presidente Fai service che «tra noi, la strada, la ferrovia, il mare e l’aereo non c’è concorrenza. Il sistema funziona se realmente coordinato».  

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia